Gli occhi spiritati di Italia ‘90 si sono chiusi per sempre. Salvatore, Totò, Schillaci è morto questa mattina (18 settembre 2024) all’età di 59 anni all’ospedale Civico di Palermo. Ricoverato già da alcuni giorni, nonostante gli ultimi bollettini parlassero di “condizioni di salute in miglioramento”, dal pomeriggio di ieri la situazione è peggiorata fino all’inevitabile decesso. Lascia le due mogli, Rita e Barbara, e i tre figli Jessica, Mattia e Nicole.
Il mondo del calcio piange un’icona, un simbolo, un eroe popolare che ci lascia troppo presto. Con la maglia dell’Italia è diventato il volto rappresentativo della nostra Nazionale al Mondiale di casa del 1990: quelle Notti, d’altronde, sono diventate Magiche proprio grazie ai gol di Totò.
Malato di tumore al colon, era stato operato due volte. Nel corso della sua vita aveva vinto tante battaglie, sia in campo che fuori, e anche in questo caso sembrava aver dribblato l’avversario più difficile. Ma così non è stato. Questa volta, nonostante la grande determinazione (che non gli è mai mancata), Totò non è riuscito a segnare il gol più importante della sua vita. Più beffardo di Caniggia nella semifinale Mondiale del 1990 che ha rovinato “il cielo – e il sogno –di un’estate italiana”, la malattia è tornata più cattiva e aggressiva che mai.
“Queste malattie non guardano in faccia nessuno”, aveva dichiarato Totò Schillaci alla morte di Gianluca Vialli. Lui che ci era già passato ma che nessuno sapeva al momento di quelle dichiarazioni. Magari, adesso, si ritroverà con lo stesso Luca e avranno abbastanza tempo per parlare di quell’incredibile Mondiale e di quanto possa essere, a volte, beffarda la vita. Magari, con loro, ci sarà anche Paolo Rossi. D’altronde, in quell’estate magica del 1990, Totò sembrava essersi impersonificato in Pablito versione 1982.
L’unica (fondamentale) differenza tra i due, la Coppa del Mondo in mano. Ma questo lo sa bene anche Totò che, tempo fa, aveva detto: “Avrei barattato i miei gol – 6 reti che gli valsero il titolo di capocannoniere di quell’edizione –col titolo di campione del mondo”. Ma, alla fine, non vogliamo credere sia un caso che tutti e tre (Paolo Rossi, Luca Vialli e Totò Schillaci) ne siano andati nel giro di quattro anni, giusto l’arco di tempo tra un Mondiale e l’altro.
Il post Italia ‘90 non è altrettanto memorabile. Dopo il grandissimo exploit al Mondiale, la carriera di Totò Schillaci in Nazionale termina nel giro di un anno. Con la Juventus non riesce a brillare come nelle stagioni precedenti e, la stessa cosa, accade dopo il passaggio all’Inter.
Allora, ecco una decisione forte e di rottura: il trasferimento in Giappone nello Jubilo Iwata, la squadra della Yamaha. Un apripista per i tanti che andranno a giocare e allenare nel Sol Levante e dintorni. Proprio in Giappone torna a essere un idolo del popolo e segna reti a ripetizione. Nel 1997, però, all’età di 33 anni Totò Schillaci chiude la sua esperienza asiatica e decide di appendere gli scarpini al chiodo facendo ritorno in Italia.
Non più protagonista in campo, ma nei reality show. Prima, l’Isola dei Famosi nella cui edizione del 2004 arriva terzo; poi, Pechino Express in coppia con la seconda moglie Barbara Lombardo (sposata nel 2012). Grazie anche alla caparbietà e all’amore di Barbara, davanti a milioni di telespettatori, Totò riesce ad affrontare le tappe più difficili del rinomato programma girando tra India, Malesia e Cambogia.
Il tumore sembra alle spalle, ma così non è. Non si vede più in tv e, nemmeno, ai tavolini del bar del Cep (il suo quartiere sin da bambino, dove è sempre ritornato nonostante fosse diventato un mito). Ed è proprio l’assenza di Totò nei suoi luoghi rituali che inizia a far preoccupare chi lo conosce.
L’ultima apparizione in pubblico, nonostante la malattia lo avesse già colpito nuovamente, qualche settimana fa, per rendere omaggio alla tomba di Franco Scoglio. L’allenatore che ha amato più di tutti, da lui definito “un padre”, con cui esplose nel Messina a inizio carriera.
Fino alla cronaca degli ultimi giorni. Prima, il ricovero in ospedale; poi, la precipitazione della sua situazione clinica nelle ultime 24 ore. Infine, la notizia che mai nessuno avrebbe voluto sentire: gli occhi spiritati di Totò Schillaci si sono chiusi per sempre. Le sue gesta, come quelle degli eroi immortali, resteranno scolpite nella memoria collettiva di un’estate magica e indimenticabile.
Fonte Foto in Evidenza: Corriere.it
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Giuseppe, classe 1999, aspirante giornalista, è laureato in Scienze Politiche (Relazioni Internazionali). Fin da piccolissimo è appassionato di sport e giornalismo.
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