La Camera dei Deputati ha approvato definitivamente la legge delega al Governo per la revisione delle modalità di accesso alle facoltà di Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi Dentaria, e Medicina Veterinaria. La principale innovazione riguarda l’abolizione del test di ingresso.

Tutti gli studenti interessati potranno iscriversi liberamente al primo semestre, che fungerà da periodo di selezione. A partire dal secondo semestre, verrà introdotto un numero programmato, determinato in base alle esigenze del Servizio Sanitario Nazionale e alla disponibilità di posti nelle diverse università.

Il primo semestre è aperto a tutti ma cosa succede dopo?

Il primo semestre sarà caratterizzato da un programma di studi unificato e standardizzato a livello nazionale. L’obiettivo è garantire condizioni di valutazione eque per tutti gli studenti, creando una graduatoria nazionale di merito. Questo sistema consentirà ai migliori classificati di ottenere priorità nella scelta della sede universitaria, tenendo conto delle preferenze espresse e della disponibilità di posti negli atenei selezionati.

Gli studenti che non riusciranno ad accedere al secondo semestre potranno comunque utilizzare i crediti formativi acquisiti per proseguire gli studi in corsi di laurea affini. Tra le alternative disponibili vi sono percorsi nell’area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria. Questa misura mira a garantire continuità nel percorso accademico, evitando che chi non supera la selezione debba ricominciare da zero.

Più medici per il futuro del sistema sanitario

L’obiettivo principale della riforma è migliorare la qualità della formazione, valorizzare il merito e rispondere alla crescente necessità di medici nel Servizio Sanitario Nazionale. Secondo uno studio del Gruppo di lavoro del Ministero dell’Università e della Ricerca, nei prossimi sette anni il numero di nuovi medici crescerà fino a 30.000. Un incremento significativo rispetto all’Anno Accademico 2023/24, quando i posti disponibili erano 20.396, e al 2014/15, quando erano solo 10.656. Con questa riforma, il Governo punta a formare un numero maggiore di professionisti per affrontare le sfide del settore sanitario nei prossimi anni.

Foto Fonte in Evidenza: Adnkronos.com

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