La Dad (didattica a distanza), tanto criticata all’inizio della pandemia, inizia a piacere agli studenti, che, ora, sembrano non volergli dire addio.
Con la fine dello stato d’emergenza e l’allentamento delle restrizioni, stiamo progressivamente tornando alla normalità. Ma siamo sicuri di volerlo? Ci siamo abituati a questo stile di vita profondamente diverso, dove smart è diventato sinonimo di a distanza… e ora che ci è possibile accorciare le distanze e tornare alla realtà, non tutti sembrano volerlo.
Le opinioni degli studenti sulla DAD sono cambiate drasticamente dall’inizio della pandemia a oggi.
L’inizio è stato traumatico un po’ per tutti. Si è stati catapultati in una realtà 100% virtuale a cui nessuno era preparato, né mentalmente né tecnicamente. Diversi sondaggi fatti nei primi mesi di lockdown riportano opinioni discordanti, con un’alta percentuale di “detrattori” della didattica online. Le problematiche più spesso citate vanno da problemi tecnici legati alla mancanza di attrezzature (computer, tablet, connessione stabile…) a problemi psicologici legati all’isolamento e annessi problemi didattici. Gran parte degli studenti dichiara di avere avuto difficoltà a proseguire la carriera scolastica: da chi ha notato un calo del rendimento scolastico a chi ha addirittura abbandonato gli studi durante la Dad.
Tuttavia, non mancano gli studenti che si sono espressi a favore della Dad. Questi dichiarano di aver constatato una riduzione dell’ansia dovuta a interrogazioni ed esami, smorzata dalla mediazione degli schermi e dalle mura di casa propria. Per non parlare dei benefici per gli studenti pendolari o fuori sede, che hanno potuto risparmiare notevolmente in biglietti dei mezzi e affitti.
In questo caos di opinioni, sostenitori e detrattori della Dad concordano su un punto: la mancanza della socializzazione. La pausa didattica con i compagni o un caffè alla macchinetta con i colleghi alleggeriscono innegabilmente il carico delle giornate scolastiche. Ecco perché perdere il contatto fisico è stato una grande botta per gli studenti, che hanno visto innalzarsi i livelli di stress e stanchezza.
Dopo un 2021 altalenante tra didattica in presenza, online e mista, gli studenti hanno avuto modo e tempo di chiarirsi le idee su entrambe le modalità, constatandone pro e contro. Tempo che è stato sacro, in quanto ha permesso ai più di rendersi conto della potenziale utilità della Dad (notevolmente migliorata rispetto al 2020). Registrazioni per recuperare eventuali lezioni perse, per far fronte alle coincidenze di lezioni e alla capienza insufficiente delle aule… Tutti comfort che una volta erano impensabili, ma di cui adesso gli studenti sembrano non voler fare a meno.
Nell’Università di Catania, ad esempio, sono stati gli stessi studenti a far sentire la propria voce, reclamando il mantenimento della Dad. E la loro voce non è rimasta inascoltata: dopo una prima decisione di ritornare tutti in presenza a partire dall’1 aprile, si è deciso di mantenere aperta la possibilità della Dad. Tutti gli studenti con particolari esigenze (positivi al covid, lavoratori, disabili…) avranno a disposizione un canale dedicato dove potranno continuare a seguire le lezioni online. Inoltre, tutti gli insegnamenti che non possono garantire sufficienti posti in aula, manterranno la modalità mista.
Si tratta di un grandissimo passo avanti per l’Ateneo, che ha permesso di coniugare la legittima volontà dell’Università di tornare in presenza con le esigenze degli studenti. È proprio questo lo spirito con cui dovrebbe essere presa la Dad: non come una modalità che soppianti la didattica tradizionale, ma come un prezioso strumento per integrarla e per venire incontro alle necessità di tutti.
Per il futuro non ci sono certezze. È probabile che questa modalità verrà mantenuta solo finché ci porteremo dietro gli strascichi della pandemia… o magari no? Ora che gli istituiti sono ben attrezzati, sarà possibile aprire le porte alla DAD in pianta stabile, seppur parzialmente?
Alice Maria Reale
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Nata a Catania nel lontano 2002, la piccola Alice si è sempre distinta per la sua risolutezza e determinazione.
Dopo aver deciso di voler diventare un’archeologa, poi una veterinaria e poi un’insegnante, si iscrive al Liceo Linguistico Lombardo Radice e scopre le sue due grandi passioni: la scrittura e le lingue straniere, che decide di coniugare iscrivendosi alla facoltà di Scienze e Lingue per la Comunicazione.