L’organizzazione di consumi tedesca “Verbraucherzentrale Hamburg” ha messo in pratica un esperimento con l’obbiettivo di illustrare approssimativamente il contenuto di un barattolo di Nutella, con risultati, nonostante non ci sia una precisione scientifica, che fanno riflettere sulla poca consapevolezza del contenuto di uno dei prodotti alimentari più diffusi.
Non è la prima volta che si mette in discussione la bontà dello storico prodotto di casa Ferrero. Questa volta il beneficio del dubbio è stato dato da due dipendenti di un’azienda tedesca, i quali hanno preso un barattolo di Nutella vuoto e hanno inserito tutti gli ingredienti presenti sull’etichetta della famosa crema spalmabile alla nocciola. Il risultato è stato stato strabiliante. In un’illustrazione pubblicata su Facebook dal sito dell’organizzazione Verbraucherzentrale Hamburg, che si occupa di consumi e informazione, sono stati riprodotti due contenitori di Nutella: nella parte sinistra il classico barattolo con la crema di nocciole mentre nella parte destra si può vedere la composizione del prodotto, con il vasetto contenente tutti gli ingredienti presenti sull’etichetta con la quantità indicata. Spiccano l’elevata presenza di zucchero vicina al 50% e l’olio di palma (centrale nel dibattito sul suo eccessivo consumo e sull’elevata presenza tra gli scaffali dei supermercati, con conseguenze dannose per la salute e per l’ambiente) che è superiore al 20%.
La notizia è stata riportata da Il Fatto Alimentare, che aveva lanciato in passato una petizione su Change.org (poi vinta) contro la presenza massiccia dell’olio di palma nei prodotti italiani, per motivi etici, ambientali e di salute, e che portò 15 catene di supermercati ad impegnarsi nel ridurre o addirittura eliminare il grasso tropicale dai loro prodotti. «Altre lo hanno tolto, come Misura e Gentilini, e altre ancora come Barilla si sono impegnate a ridurne l’utilizzo, ma sono ancora poche», dice Roberto La Pira, direttore de Il Fatto Alimentare. «Alla Ferrero va il merito – prosegue – di essere stata la prima azienda italiana a preoccuparsi della sostenibilità di questo nuovo ingrediente, ma questo non basta. Come consumatori vorremo avere la possibilità di scegliere, invece continuiamo a trovare in vendita quasi esclusivamente prodotti con olio di palma. Sappiamo che è un processo lungo e complesso cambiare la ricetta di un prodotto, ma si può fare tranquillamente senza grossi problemi. Nel frattempo abbiamo solo una mossa a disposizione, oggi sappiamo dove c’è l’olio di palma e possiamo evitare di comprare i prodotti che lo contengono».
Gianluca Merla
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