Un bambino di 11 anni si è sparato durante una lezione su Zoom, come riporta metro.co.uk. Adan Llanos, questo era il nome, si è suicidato nella sua casa di Woodbridge, in California, mercoledì mattina. Dopo aver sentito il colpo di pistola, la sorella del pre-adolescente, anche lei impegnata nella didattica a distanza, si è precipitata nella stanza del fratello, trovandolo ferito a morte. La ragazza ha raccontato immediatamente alla sua insegnante cosa fosse successo, precipitandosi a trovare un vicino che ha chiamato il 911.
Adan è stato trasferito in ospedale, dove è morto poco dopo, sotto gli occhi increduli dei genitori. Sin da subito, infatti, le sue condizioni sono apparse disperate. L’ufficio dello sceriffo della contea di San Joaquin ha aggiunto qualche dettaglio in più sull’evento: il ragazzo aveva disattivato l’audio e il video quando si è sparato, il che significa che nessun altro nella classe della Woodbridge Elementary School avrebbe assistito alla scena.
A rendere noto il tutto è stata la zia del bambino, Alejandra Carillo, su GoFundMe (piattaforma americana di raccolta fondi): «Oggi è stata una giornata molto complicata per la nostra famiglia. Abbiamo appena perso nostro nipote per una ferita da arma da fuoco autoinflitta. Si chiamava Adan Llanos e aveva solo 11 anni.
Non è chiaro né cosa abbia spinto Adan a togliersi la vita, né tantomeno come il piccolo sia entrato in possesso dell’arma. Tuttavia, Paul Warren, il direttore del supporto psicologico nella scuola del giovane, ha dichiarato di aver visto crescere il numero di studenti ansiosi e depressi. Warren ha spiegato come il Covid, interrompendo le loro routine e rendendoli incapaci di socializzare con gli amici, possa creare tanto malessere.
C’è da dire, però, che il distretto scolastico di Lodi, comprensivo della Woodbridge Elementary School, metterà a disposizione dei compagni di classe di Adan una terapia virtuale per aiutarli ad elaborare il grave lutto.
«L’adozione delle misure per limitare la diffusioni dei contagi da Covid-19 hanno innescato un proliferare di diagnosi di malattie mentali provocate da solitudine, ansia e incertezza, con i bambini tra i più colpiti», affermano i medici.
La psicologa infantile Tara Niendam, dell’Università della California Davis, in un’intervista ad una Tv locale, arriva dritta al punto: «Tutto ciò di cui hanno bisogno i nostri ragazzi è un adulto con cui parlare e confrontarsi. Potrebbe essere un insegnante o un allenatore, ma non abbandoniamoli!». Poi, l’esperta mette in guardia i genitori: «I genitori dovrebbero prestare più attenzione ai cambiamenti nel sonno, nell’appetito, nell’umore e nella capacità di attenzione dei loro figli, sono tutti indicatori utili».
Maria Giulia Vancheri
Fonte immagine: GoFundMe
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Maria Giulia, che in una parola si definisce logorroica, è una studentessa 24enne di giurisprudenza, a Catania. Dopo anni passati sui libri ha pensato bene di iniziare a scrivere per non infastidire più chi non volesse ascoltare le tante cose che aveva da dire. Riconosce di essere fashion… ma non addicted. Ama il mare e anche durante la sessione estiva non rinuncia alla sua nuotata giornaliera, che le rinfresca il corpo e i pensieri.
Crede fermamente che chi semina amore, raccolga felicità