Banksy è approdato a Milano dallo scorso dicembre: nella sala mosaici all’interno della Stazione centrale di Milano sono in mostra 130 opere, fino al 27 febbraio. La mostra, chiamata The World of Banksy – The immersive experience in Milano, contiene le riproduzioni di molti dei murales più famosi dell’artista, fra cui Il lanciatore di fiori, La ragazza con il palloncino, I mobile lovers. Oltre ai pezzi famosi, sono presenti anche 30 opere inedite, fra le quali Ozone angel, Steve Jobs, Waining in Vain. La motivazione per cui è stata scelta la Stazione centrale di Milano, è che la stazione incarna uno dei luoghi più rappresentativi della street art e del linguaggio universale di Banksy.
Da sempre le opere di Banksy sono avvolte da un’aura di mistero: l’identità dell’artista britannico è ad oggi sconosciuta, tanto che è in dubbio che si tratti di una sola persona oppure di un collettivo. Una delle più famose citazioni dell’artista è: «Non so perché le persone siano così entusiaste di rendere pubblici i dettagli della loro vita privata, dimenticano che l’invisibilità è un super potere». Al di là delle polemiche sulla sua reale identità, ciò che è indiscutibile, è che le sue opere siano un simbolo di lotta e di protesta, in particolare contro gli aspetti economici consumistici e capitalistici della società odierna, che nella visione dell’artista vengono fatti prevalere sul bene collettivo. C’è da dire che le opinioni sulle sue opere sono sempre state controverse: alcuni ritengono che si tratti di un artista di valore inestimabile, altri che si tratti di un criminale-imbratta muri, altri ancora che sia diventato troppo commerciale, non perdonandogli di essere passato dai muri delle città alle gallerie d’arte. Indipendentemente da tutto ciò, Banksy ha sicuramente contribuito a rendere la street art interessante agli occhi di molte persone, che prima non si sarebbero lasciate sedurre da questa corrente artistica: inizialmente, le sue opere di denuncia sociale, economica e politica apparivano spesso di notte ed erano caratterizzate dalla clandestinità; successivamente, grazie al suo apporto, le opere sono diventati quadri e stampe esposte nelle gallerie, quindi conoscibili da una più ampia platea di interessati.
Uno degli episodi più famosi e passati alla storia è sicuramente quello accaduto a Londra il 7 ottobre 2018. L’opera La ragazza con il palloncino era l’ultima opera ad essere stata battuta all’asta, per 1,042 milioni di sterline (1,2 milioni di dollari); ma alla chiusura dell’appuntamento di Sotheby’s è successo qualcosa di veramente inaspettato e singolare. L’opera era stata realizzata nel 2002 con vernice spray e acrilico su tela, montata su cornice dorata spessa, e rappresentava la famosa ragazza protesa verso un palloncino rosso a forma di cuore. Per la prima volta nella storia dell’arte, l’opera si è distrutta automaticamente al momento dell’aggiudicazione, davanti agli occhi increduli dei presenti, grazie ad un apposito meccanismo preparato da Banksy: lo staff di Sotheby’s ha ipotizzato che la cornice contenesse un meccanismo di triturazione attivato a distanza, quindi non si è mai saputo se l’artista fosse presente tra il pubblico dell’asta per assistere alla scena. Alex Branczik, Senior Director and Head del Contemporary Art, Europe di Londra, aveva immediatamente commentato l’accaduto: «Non abbiamo mai vissuto questa situazione in passato. . . dove un dipinto è stato distrutto spontaneamente, dopo aver ottenuto un (quasi) record per l’artista. Stiamo cercando di capire cosa significhi in un contesto d’asta». E infatti, i risvolti sono stati ancora più incredibili dell’accaduto, perché a seguito della semi-distruzione l’opera ha raggiunto un valore commerciale ancora più elevato: ben 22 milioni di euro (18,5 milioni di sterline). Risulta quasi impossibile non farsi sedurre dalla curiosità per questo artista avvolto dal mistero e dalla sua genialità.
Stefania Piva
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È nata e vive a Milano. È Avvocato, laureata in giurisprudenza all’Università Statale di Milano, ha svolto la pratica forense presso l’Avvocatura dello Stato di Brescia, e si è specializzata presso la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali dell’Università Statale di Milano. Da sempre appassionata di politica e giornalismo, ha scritto in precedenza per il giornale locale ABC Milano.