Hanno 17 anni e sono decisi, impegnati, altruisti e credono che ogni piccolo gesto individuale possa contribuire a rendere il mondo un posto migliore. Sono gli studenti italiani di quarta superiore che, partiti a fine agosto con l’organizzazione YouAbroad per studiare un anno all’estero, trascorreranno il Natale lontano dalla propria famiglia, restando negli Stati Uniti e facendo volontariato.
C’è chi serve piatti caldi alla mensa dei poveri, chi impacchetta doni per i bambini meno fortunati, chi organizza banche del sangue per le donazioni agli enti sanitari… E poi ancora chi gestisce raccolte fondi durante le partite di baseball, chi organizza mercatini charity di biscotti e indumenti usati, chi consegna la spesa alle famiglie indigenti…
Nei piccoli paesi degli States dove gli exchange student di YouAbroad stanno vivendo, sono tante le occasioni per rendersi utili alla comunità e alcuni di loro rinunciano al Natale in Italia per continuare a farlo anche durante le feste, quando il tempo e le opportunità per dedicarsi al volontariato aumentano.
Niente abbracci alla mamma, niente regali sotto l’albero, nessun volto familiare da rivedere dopo mesi, ma ugualmente tanta soddisfazione e felicità. Perché fare del bene fa bene a chi lo riceve e anche a chi lo fa.
Ecco tre storie di volontariato raccolte da YouAbroad:
Giorgia Polito di Rho (Milano) quest’anno studentessa a St. Louis, Missouri (USA)
Il 19 agosto scorso sono partita per quello che è sempre stato il mio sogno: l’anno all’estero. Sono passati quasi 4 mesi da quel giorno e posso dire che salire su quell’aereo per gli Stati Uniti è stata la scelta migliore della mia vita. E non parlo tanto del “sogno americano”, delle partite di football e degli armadietti nei corridoi della scuola. Lo dico perché sto imparando tanto, sto crescendo e sto scoprendo lati di me stessa che non conoscevo. Ho avuto l’opportunità di visitare tantissimi posti, di provare sport che mai avrei fatto in Italia e di vivere emozioni indescrivibili. Tra tutte, una delle esperienze che mi rimarrà sempre nel mio cuore è il volontariato. Io e alcune mie amiche stiamo partecipando alla Operation Christmas Child: ci occupiamo di impacchettare regali per i bambini che purtroppo non avranno la possibilità di vivere un Natale con tutto quello a cui noi siamo sempre state abituate. Selezioniamo vari oggetti, giochi e vestiti, decoriamo le scatole e scriviamo i biglietti di auguri. E’ un’attività bellissima che mi fa sentire una persona migliore; so che si tratta solo di un piccolo gesto ma sono certa che non ci voglia poi molto per far nascere un sorriso sul volto di un bambino che la vita ha messo a dura prova. Credo che sia questo il mio regalo di Natale più bello e non me lo sarei mai aspettato.
Sara Gorlani di Brescia quest’anno studentessa a Monroe, North Carolina (USA)
Sono arrivata il 13 agosto a Monroe, una cittadina di circa 30.000 abitanti nel North Carolina. Qui la vita è molto diversa da quella in Italia, ci si deve abituare a una routine frenetica e a un incalzante ritmo di impegni che si susseguono dalla mattina alle 6 fino alla sera alle 23.
Quello che mi ha colpita di più è che qui la maggior parte dei ragazzi partecipa e svolge molte attività di volontariato, soprattutto con la chiesa locale, che è molto attiva sul territorio.
La mia prima esperienza in questo ambito è stata in occasione della Festa del Ringraziamento, durante la quale abbiamo organizzato e servito quasi 2.000 pasti ai poveri e portato borse di alimenti ai bisognosi. Abbiamo caricato circa 750 pacchi con alimenti di prima necessità come pasta e cibo in scatola. È stato un grande lavoro che ha coinvolto molti volontari e che, grazie a una efficiente organizzazione, ha permesso la buona riuscita dell’iniziativa.
Una bellissima esperienza che voglio ripetere per le feste di Natale perché si tratta di una lezione di vita che a scuola non si può imparare. Grazie al volontariato dai più valore a ciò che hai, ti rendi conto di quanto sei fortunato e capisci che l’America non è, come spesso si crede alla mia età, solo il Paese della felicità e del benessere. Quello che facciamo è solo un piccolo gesto per 2.000 persone e 450 famiglie che vivono nella nostra stessa comunità con difficoltà che noi non possiamo nemmeno immaginare. Sono felice per quanto ho fatto ma molto di più per quanto ho ricevuto, per come le persone mi hanno accolta e integrata fin da subito senza pregiudizi e con il sorriso.
Martina Malcotti di Carasco (Genova) quest’anno studentessa a Dodgeville, Wisconsin (USA)
Sono ormai tre mesi che sono qui in Wisconsin per il mio anno all’estero e sono ogni giorno più grata di essere capitata nel paesino in cui mi trovo. Adoro il fatto che la scuola e il resto della comunità lavorino in sinergia e collaborino in una miriade di modi differenti, specialmente tramite il volontariato. La mia scuola fornisce svariate opportunità di volontariato per gli studenti e penso che sia un ottimo modo per coinvolgere i ragazzi e dare una mano a chi ne ha bisogno. Da quando sono arrivata qui, per esempio, la scuola ha già organizzato – in collaborazione con la Croce Rossa Americana – due raccolte di sangue allestite nella libreria dell’edificio scolastico.
Noi studenti abbiamo avuto la possibilità di aiutare ad allestire la libreria, registrare i donatori che si presentavano, essere a loro disposizione durante la donazione e riordinare la libreria a fine giornata. Entrambe le giornate sono state un successo grazie alla partecipazione attiva di studenti, insegnanti, genitori e altri membri della comunità che si sono offerti di donare il sangue!
In questi giorni invece stiamo organizzando una raccolta di biscotti e altri dolciumi da vendere tramite la chiesa locale, il cui ricavato verrà devoluto in beneficenza. Le occasioni charity sono tantissime: durante l’intervallo di una partita di football, per esempio, abbiamo organizzato un “Miracle Minute”, ovvero un minuto in cui noi volontari abbiamo girato tra gli spalti con dei contenitori per raccogliere le offerte delle persone presenti alla partita; in appena un minuto siamo riusciti a raccogliere più di 1.000 dollari!
Rimarrò qui anche a Natale per continuare a prendere parte a queste iniziative, perché penso sia questo il vero spirito delle feste!
Ed è senza dubbio questa la cosa che più amo di questo posto: quando qualcuno ha bisogno, la scuola, la comunità, la chiesa sono sempre pronti a dire: “Presente! Sono qui, non sei solo!”
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