Il mondo dei social network, in cui siamo quotidianamente immersi, ha permesso a molte persone di tessere una fitta rete di relazioni e, in alcuni casi, di trovare addirittura l’anima gemella. Una svolta epocale soprattutto per chi, frenato da timidezza e insicurezza, trova difficoltà negli incontri faccia a faccia. Ma cosa succede quando, un ragazzo incontrato online o nella vita reale, si dimostra un sadico cyberbullo pronto a distruggerti? Le vittime del “Pull a pig” ne sanno qualcosa.
“Inganna il maiale”. La traduzione nella nostra lingua madre già mette i brividi. Ancora di più se si pensa che le vittime di questo crudele “gioco” sono delle giovani e innocenti ragazze. Creato da non si sa quale mente cattiva e malata, è, tristemente, l’ultima moda in fatto di bullismo sulla rete. Un fenomeno che ha preso vita già qualche mese fa, ma che è balzato agli onori della cronaca quando una delle prime vittime ha coraggiosamente denunciato il suo aguzzino.
Le regole del Pull a pig sono spaventosamente semplici e sessiste: un gruppo di ragazzi rimorchia (sui social o dal vivo) la ragazza giudicata meno attraente dalla compagnia e la corteggia, fino a farle credere di aver trovato “quello giusto” o, quantomeno, l’avventura di una notte. Una volta che la ragazza è caduta nella trappola, la si ridicolizza per il suo aspetto fisico e per l’aver creduto che qualcuno potesse realmente interessarsi a lei.
Scommesse goliardiche tra gruppi di amici sono sempre esistite, ma forse fino a qualche decennio fa erano più innocenti e miravano a far divertire l’intera compagnia, senza avere realmente intenti spietati. Ciò che oggi, invece, rende tutto più assurdo è che, attraverso il web, una presa in giro può facilmente trasformarsi in un caso di dominio pubblico. L’inevitabile conclusione? La malcapitata crollerà sotto il peso delle risatine e inizierà a giudicarsi nel modo in cui l’hanno dipinta. Pensare poi che, episodi del genere, possano suscitare ilarità e acclamazioni festose rende il tutto ancora più raccapricciante e al limite della solidarietà umana.
Non si vuole certo condannare le relazioni che possono instaurarsi online, al contrario, soprattutto nella consapevolezza di appartenere a un mondo 2.0. Proprio grazie al web, Sophie Stevenson, 24enne britannica, ha trovato, infatti, il coraggio di dichiarare al mondo di essere stata vittima del terribile Pull a pig. La ragazza è stata la prima a denunciare il fenomeno riuscendo, così, a mettere in guardia le sue coetanee. Proprio per questo sarebbe inutile e controproducente affermare che internet è un luogo pericoloso e rifiutarne ogni sua espressione. É invece molto più utile, per l’intera società, condannare i sostenitori del sadico “gioco” e cercare di educare le nuove generazioni al rispetto e all’umanità.
Alessia Mingori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.