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Pub, bar e ristoranti aperti oltre le 18: da Nord a Sud la protesta “Io apro 1.501”
16 Gennaio 2021
Societas

Pub, bar e ristoranti aperti oltre le 18: da Nord a Sud la protesta “Io apro 1.501”

Home » Societas » Pub, bar e ristoranti aperti oltre le 18: da Nord a Sud la protesta “Io apro 1.501”

Quando in Italia l’emergenza sanitaria sta toccando livelli mai visti prima, nonostante buona parte del popolo italiano sembri aver iniziato la sua fase di convivenza con il Covid-19, una delle categorie senza dubbio più colpite dalle restrizioni è quella dei ristoratori. Una situazione per molte insostenibile, che ha dato vita a una protesta: saracinesche aperte di pub, bar o ristoranti, ignorando le disposizioni. La protesta è stata indetta per il fatto che i ristori previsti da parte del governo non basterebbero in alcuni casi nemmeno a coprire le spese basilari per mantenere in vita le loro attività.

L’iniziativa prende il nome di Io apro 1.501 e invita a quella che potremmo chiamare disobbedienza civile. Nelle città italiane l’adesione sembrerebbe aver raggiunto buoni livelli e ha trovato sostegno sui social network: così, molti locali sono rimasti aperti oltre l’orario consentito, le 18. Nonostante lo scopo sia quello di esprimere la propria indignazione contro le restrizioni, in particolar modo per i danni economici che stanno causando, la protesta si sta svolgendo (e si è svolta) in modo del tutto pacifico e senza “rivolte di popolo”.

Uno degli slogan principali dell’iniziativa è “Apriamo per non chiudere per sempre“: una frase che racchiude la paura che dei gestori di bar, pub e ristoranti, ovvero quella di non poter riprendere più la loro attività quando l’emergenza sarà del tutto finita. E tra i sostenitori di questa pacifica protesta c’è anche il noto critico d’arte e personaggio televisivo Vittorio Sgarbi.

L’ex assessore ai Beni Culturali della Regione Siciliana si rivolge allo Stato scagliandosi in particolar modo contro le multe piuttosto salate che i trasgressori si troverebbero a pagare. Oltre a ciò, ha anche attaccato il ministro della Salute, Roberto Speranza, il Movimento 5 Stelle e i virologi.

Immagine di repertorio

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