AGRIGENTO − Nella stragrande maggioranza dei casi eravamo abituati a pensare al tartufo come ad un prodotto esclusivo del Nord Italia. Eppure negli ultimi anni, ricerche hanno mostrato che in alcune zone della Sicilia, in particolare sui Monti Iblei e in alcune aree dell’agrigentino, sono presenti diverse varietà di tartufo, anche molto pregiate.
C’è già chi ha deciso di investire in questo settore: Giuseppe Papia, di Burgio (AG), ha avviato un’azienda che si occupa della coltivazione del tartufo e della trasformazione del prodotto. L’idea è nata dopo aver scoperto, nel territorio circostante Burgio, la presenza di diverse specie di tartufo di cui tre di particolare interesse commerciale. La principale attività dell’azienda è quella di creare e commercializzare piante forestali micotizzate a diverse specie di tartufo e coltivare funghi e tartufi da commercializzare, sia allo stato fresco che trasformato. Altro obiettivo dell’azienda è quello di ampliare la conoscenza del tartufo in tutte la regione al fine di poterlo inserire nel paniere dei prodotti tipici agroalimentari siciliani, ma per fare ciò bisogna dare il via a nuove coltivazioni, offrendo a nuovi agricoltori piantine micotizzate con tartufo autoctono, in piantine nate da seme di piante forestali, anch’esso autoctono. Anche se ancora poco conosciuto, si presenta come un prodotto di nicchia, dal gusto che non ha nulla da invidiare ai più noti. Una nuova forma di sviluppo dell’agricoltura siciliana, nuovi sbocchi di lavoro, nuovi mercati, anche esteri. Una risorsa in più che va ad arricchire sempre di più i meravigliosi sapori della nostra terra.
Letizia Bilella
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