Con l’esplosione dell’emergenza sanitaria, della pandemia e della quarantena causa Covid-19, che hanno reso impossibili o quanto meno difficili gli incontri dal vivo tra le persone, si è assistito a un’esplosione delle piattaforme telematiche per l‘organizzazione delle videoconferenze: Skype, Meet e Zoom tra queste. Dei veri e propri appuntamenti tra amici, seppure virtuali, presi in un primo momento su Messenger o su Whatsapp (più immediati e che non richiedono particolari installazioni per l’utilizzo delle piattaforme) e fondamentali per fare come se la lontananza non esistesse.
Secondo una classifica delle applicazioni, pubblicata a marzo dello scorso anno da App Annie, Google Play Zoom ha detenuto il primato, seguita da Disney+ e da Hangouts Meet, quest’ultimo di proprietà di Google. Dei dati che fanno capire come le applicazioni siano state utili e abbiano tenuto compagnia in un momento molto difficile. C’è da chiedersi, però, se questa pandemia, specialmente nelle regioni d’Italia in zona rossa, continuerà ancora per molto o meno.
L’impossibilità di vedere le persone di presenza, in alcuni casi, potrebbe essere stato uno degli elementi che avrebbe portato a compiere gesti estremi, derivanti da uno stato di sconforto o addirittura di totale depressione. E in questo senso, una ricerca dello scorso mese di settembre ha dimostrato come i sintomi depressivi all’interno della popolazione si siano quintuplicati e come quelli gravi si siano accentuati più di sette volte nel giro di pochi mesi.
I dati troverebbero sintomi depressivi nel 32% delle persone e si calcola che la psicosi potrebbe avere ulteriori effetti sul 4% delle persone con disturbi mentali e di quelle che hanno contratto il virus. C’è da chiedersi, quindi, in che modo nell’immediato futuro si interverrà per porre rimedio a questo problema.
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