Mindy ha la schiena curva trasformata dai computer e smartphone, i muscoli del collo allungati per sostenere la testa, il cranio più spesso per far fronte alle radiazioni, il cervello ridotto dalla vita sedentaria, il gomito a 90 gradi con le mani atrofizzate e, infine, una seconda palpebra per filtrare le luci dei dispositivi. Quella di cui parliamo è Mindy, un modello 3D dell’essere umano del 2100 realizzato da Maple Holistics.
Ci si è mai chiesti quali effetti possa produrre sulla nostra postura, e perché no, sul nostro umore e modo di vedere le cose, il costante bisogno di aggiornare la home del nostro cellulare? I dati sulla postura “da smartphone” sono allarmanti, soprattutto tra i più piccoli. Si pensi che basta inclinare la testa di 15 gradi per causare 20 chili di peso sulla nostra spina dorsale. Ma non è tutto. Molti studi dimostrano come queste posture assunte dalla testa rivolta verso lo smartphone causino una propensione a cattivo umore, depressione e una facilità di accesso a pensieri negativi.
«Trascorrere ore a guardare il telefono affatica il collo e fa perdere l’equilibrio alla colonna vertebrale», ha spiegato Caleb Backe, esperto di salute e benessere. «Di conseguenza, i muscoli del collo devono compiere uno sforzo extra per sostenere la testa. Stare seduti davanti al computer in ufficio, per ore e ore, significa anche che il busto viene tirato in fuori davanti ai fianchi anziché esservi allineato».
La mano ad artiglio di Mindy è, dunque, il risultato di un uso eccessivo del telefono. «Il modo in cui teniamo i nostri cellulare può causare tensione in alcuni punti di contatto, causando provocando al cosiddetto artiglio di testo il gomito a 90 gradi, nota anche come sindrome del tunnel cubitale», ha osservato il dottor Nikola Djordjevic di Med Alert Help.
Forse l’ipotesi più strana sul corpo umano del 2100 è un cambiamento alle palpebre. Secondo chi ne sa di più, infatti «Gli esseri umani possono sviluppare una palpebra interna più grande per prevenire l’esposizione a luce eccessiva, oppure il cristallino può essere sviluppato evolutivamente in modo tale da bloccare la luce blu in entrata ma non altre luci ad alta lunghezza d’onda come il verde, il giallo o il rosso», ha detto Kasun Ratnayake, dell’Università di Toledo. Si prevede che anche il cervello diventi più piccolo perché i futuri umani dipenderanno così tanto dai loro dispositivi, da non essere in grado di pensare e ricordare da soli.
Questa sconcertante previsione, basta per spingere ognuno di noi a limitare al minimo l’uso della scatoletta luminosa senza cui non si riesce più a “vivere”?
Maria Giulia Vancheri
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Maria Giulia, che in una parola si definisce logorroica, è una studentessa 24enne di giurisprudenza, a Catania. Dopo anni passati sui libri ha pensato bene di iniziare a scrivere per non infastidire più chi non volesse ascoltare le tante cose che aveva da dire. Riconosce di essere fashion… ma non addicted. Ama il mare e anche durante la sessione estiva non rinuncia alla sua nuotata giornaliera, che le rinfresca il corpo e i pensieri.
Crede fermamente che chi semina amore, raccolga felicità