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L’utopia di Marinaleda, città spagnola dove non esiste disoccupazione
18 Ottobre 2016
Societas

L’utopia di Marinaleda, città spagnola dove non esiste disoccupazione

Home » Societas » L’utopia di Marinaleda, città spagnola dove non esiste disoccupazione

marinaleda-2In Andalusia esiste un paese di circa 2700 abitanti di nome Marinaleda, in cui tutti hanno un lavoro, un proprio posto nella comunità e dove comprare una casa è semplice poiché basta dare un anticipo di soli 15 euro. Non è un paradiso o un’utopia, ma il frutto dell’ostinazione del sindaco e dei cittadini. Marinaleda rappresenta una piccola “oasi” nel “deserto” europeo, afflitto dalla crisi e dai problemi legati alla disoccupazione incalzante: l’idea che sta alla base di questa piccola realtà rurale è quella di mettere al centro la collaborazione anziché la competitività, cercando di favorire e tutelare la produzione agraria del luogo. Fin dal momento in cui fu eletto nel 1979, Juan Manuel Sànchez Gordillo, primo cittadino di Marinaleda, ha lottato per ottenere una riforma agraria che consentisse ai suoi cittadini di essere padroni delle prorprie terre e sostentarsi al meglio; circa il 70% dei residenti lavora in una grande coperativa agricola, mentre il restante 30%, ovviamente, è distribuito tra piccoli esercizi commerciali, impieghi pubblici e scuole. Tutto è stato studiato per far si che non vi siano sprechi o perdite e che ogni membro della comunità abbia una rendita adeguata al suo sostentamento, garantendo benessere individuale e collettivo.


A molti il sistema politico e sociale della piccola città andalusa è sembrato un po’ anacronistico e poco adeguato a competere con l’economia globalizzata mondiale, ma ciò, per quanto magari vero in parte, non interessa né al sindaco né agli abitanti; lo stesso Gordillo ha da sempre sostenuto di portare avanti un’utopia, allontanandosi volontariamente dai modelli economici delle altre città.

marinaleda-bandieraVivere in una comunità come quella di Marinaleda è una scelta che potrebbe attrarre molte persone stanche di brancolare nel buio dell’incertezza lavorativa, ma non esclude comunque alcune difficoltà. Una di queste potrebbe essere abituarsi a vivere principalmente lavorando la terra e adeguarsi a ricevere un salario standard, assicurato per sei giorni la settimana, di 47 euro a giornata ‒ uguale per tutti a prescindere dalla mansione svolta. Per molti ciò può rappresentare l’ideale, per altri, forse abituati all’ascesa sociale e alla gerarchizzazzione del lavoro, potrebbe, invece, risultare “stretto”. Sta di fatto che il sistema funziona e permette ai cittadini di costruirsi un’abitazione di 90 metri quadri con un anticipo di soli 15 euro, in cambio si mette a disposizione la propria forza lavoro, senza bisogno di ricorrere a mutui e prestiti. Il terreno e il progetto sono concessi dal municipio, i soldi necessari li presta a tasso zero il governo andaluso e la quota mensile da versare per l’acquisto la si decide in un’assemblea alla quale partecipano gli stessi cittadini autocostruttori. Oltre a ciò, anche molti altri servizi sono messi a disposizione di tutti ad un costo irrisorio: ad esempio la mensa scolastica costa 12 euro al mese, la piscina solo 3 euro per tutta l’estate. Quello che conta per la comunità di Marinaleda è collaborare e rendersi utile, lo dimostra anche il fatto che la cura degli spazi pubblici sia affidata a tutti i cittadini, i quali a turno durante le cosiddette “domeniche rosse”, si danno da fare pulendo strade e giardini. Ognuno si prende cura di mantenere in salute lo straordinario equilibrio di benessere a autosufficenza raggiunto dalla città; chissà che non sia questo il modello vincente per il futuro.

Lorena Peci

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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