La pandemia ci costringe a stare a casa e a rinunciare alla nostra vita fatta di uscite per lo shopping e serate con gli amici.
È pur vero che in questo modo ci si dedica a quello che non facevamo da tempo, come leggere libri che avevamo accantonato, telefonare agli amici lontani, oppure sperimentare nuove ricette culinarie. Ma è altrettanto vero che inizia a mancarci la presenza delle persone care, organizzare piccoli viaggi o andare a vedere una mostra.
I musei di tutto il mondo, per venirci incontro, hanno pensato di organizzare tour virtuali da fare on line. Dalle opere di Frida fino a giungere a mostre fotografiche di rilievo. Non abbiamo che l’imbarazzo della scelta.
C’è da osservare poi, che a volte il web rappresenta un mezzo molto utile che permette di “visitare” posti che non abbiamo mai visto, senza spostarci da casa e prendere permessi lavorativi che potremmo non avere. In questo periodo, abbastanza interessante risulta essere la mostra che riguarda due degli artisti più significativi e influenti della fine del XX secolo: Keith Haring e Jean Michel Basquiat ospitata alla National Gallery of Victoria, che è chiusa dal 20 marzo.
Questi artisti sono emersi nella scena newyorkese degli anni ’80 e le loro opere sono caratterizzate da segni, simboli e parole utilizzati come espressione anticonformista del loro messaggio critico nei confronti della politica e dei temi sociali di razza, disuguaglianza e giustizia.
Dalle opere degli esordi fino a giungere alle teste di Basquiat o al “Radiant baby” per poi arrivare alle figure danzanti di Haring, l’esposizione contiene oltre 200 opere, come quelle create negli spazi pubblici, per le strade e nella Metropolitana di New York, opere di scultura, pittura e oggetti vari.
Il loro linguaggio figurativo, molto semplice in quanto le loro opere sono un po’ come i disegni dei bambini, permettono allo spettatore di immergersi nelle loro esperienze artistiche fino a calarsi nei loro sentimenti. Entrambi si sentivano emarginati: Basquiat essendo di colore, mentre Haring per la sua omosessualità. La loro arte ha rappresentato una sorta di rivoluzione, rompendone gli schemi tradizionali.
Viaggiare con la fantasia, in un momento nel quale siamo costretti a stare con i piedi per terra, non può che essere un vantaggio e l’arte ci ha sempre catapultati in mondi sconosciuti nei quali spesso riusciamo tuttavia a ritrovarci. Ogni artista infatti è come se ci desse un input, aiutandoci anche ad accettare meglio la realtà.
Domenica Monaco
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