Le donne incinte dovrebbero limitare il consumo di riso e alimenti a base di riso, che contengono arsenico inorganico, al fine di impedirne il trasferimento placentare per il feto: questo ha raccomandato lunedì il Consiglio Supremo della Sanità (CSS) belga in un nuovo avviso. Gli esperti consigliano, alle giovani madri, anche di moderare l’uso di questi prodotti durante i primi mesi di vita del bambino: l’arsenico è uno dei più comuni metalloidi ed è probabile che abbia effetti avversi significativi sulla salute umana nell’esposizione acuta o cronica. «Tuttavia, è anche un contaminante naturale presente in alimenti come il riso», afferma il CSS. L’esposizione alimentare all’arsenico è quindi inevitabile.
Sebbene non esista una soglia minima di tossicità e certezza circa gli effetti tossici dell’arsenico nei neonati o nei bambini, la CSS formula diverse raccomandazioni per evitare di superare i livelli accettabili di esposizione. Consiglia, fra l’altro: di garantire un’alimentazione equilibrata e variata dei bambini, di non sostituire le fonti di amido (pane, cereali) con cibi solidi fatti solo di riso, di evitare i biscotti di riso come snack regolari, e di non rimpiazzare il latte materno o vaccino con bevande di riso. «Il consumatore medio italiano –, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti – ha un livello di esposizione all’arsenico inorganico non trascurabile, ma inferiore alla dose di riferimento stabilita dai tossicologi, con 0,11 mg per chilogrammo di peso corporeo al giorno, rispetto a un intervallo che va da 0,3 a 8 mg, il quale può diventare problematico».
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