Una ricerca condotta da Karem Hardy dell’Università di Barcellona ha permesso di far luce sulle abitudini alimentari degli uomini preistorici. La “dieta” dei primitivi era essenzialmente carnivora, ma costoro si nutrivano anche di piccoli semi e radici trovate per terra, ricche di fibre vegetali. Già nel corso della Preistoria, peraltro, l’uomo effettuava prime forme di macellazione, riutilizzando le ossa degli animali cacciati a mo’ di utensili, per svolgere mansioni di normale routine quotidiana. Ormai è appurato che egli usasse il fuoco per riscaldarsi e cuocere la carne delle prede cacciate. Le fiamme, però, in base a quanto emerso dall’analisi di minuscoli frammenti di tartaro, comportavano l’inalazione di fumi nocivi per la salute dei nostri antenati, tant’è vero che sono stati trovati residui di polvere di carbone su fossili di denti appartenuti a uomini vissuti almeno centinaia di migliaia di anni fa. La sensazionale scoperta è avvenuta all’interno di una grotta in Israele per merito di un’équipe di archeologi.
La dentatura dei nostri antenati, inoltre, era devastata dalla presenza di carie grossolane, pressoché dovute a un’inesistente igiene orale. Le cavità orali degli uomini primitivi erano costantemente esposte ad infezioni di ogni genere, nonostante essi fossero riusciti nel tentativo di costruirsi piccoli stuzzicadenti per rimuovere eventuali tracce di cibo dalla bocca. I risultati dello studio sono stati recentemente pubblicati sulle pagine della rivista di divulgazione scientifica Quaternary International e hanno consentito di rivalutare le condizioni alimentari e igieniche dell’homo sapiens nei suoi primi passi verso la civiltà.
Gabriele Mirabella
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