BOLOGNA – Gilberte Pascal, sorella del matematico, fisico, filosofo e teologo francese Blaise Pascal, racconta che il fratello, sin da piccolo, era solito trascorrere intere giornate chino sui libri, senza neppure parlare con i suoi familiari; Gilbert racconta come, anche durante i pasti, il giovane Blaise avesse sempre con sé un libro aperto vicino alla sua portata e di come, durante il pasto, fosse così intento nella lettura e nello studio che spesso dimenticava anche di mangiare. Nel momento in cui ci siamo trovati all’inaugurazione dell’osteria (anzi, hostaria, come riporta l’insegna) Vamolà, in via delle Moline 3/A, la sensazione è stata di essere immersi in un’atmosfera antica eppure familiare, accogliente e calda, ma anche dotata di insolite novità.
«Cibo per il corpo, bicchieri per lo spirito, libri per l’animo», questo il motto dei ragazzi del Vamolà, tipica espressione bolognese che dà l’idea gentile dell’invito, dell’accoglienza. Di bolognese non c’è solo il nome! Dando un’occhiata al menù, ci siamo imbattuti in specialità tipicamente e squisitamente bolognesi: dalle lasagne bolognesi alle polpette, dalla pasta fatta in casa ai magici tortellini, ma anche calde leccornie a base di legumi.
Durante l’attesa, le librerie alle pareti invogliano ad afferrare un libro e ce n’è per tutte le tipologie di lettori: un’orazione di Cicerone per i fanatici del latino, un libro di storia per gli amanti del genere, Alessandro Manzoni per i letterati o tanti libri di arte per gli intenditori del settore. Non dimentichiamo, infatti, che via delle Moline è una strada che si incrocia direttamente con via Zamboni, la via universitaria per eccellenza. Inoltre, trovandosi a pochi passi da Piazza 8 Agosto e a soli 10 minuti dalla stazione dei treni, è facilmente raggiungibili anche per i turisti che, tra una portata e l’altra, hanno la possibilità di sfogliare un libro o ammirare le fantasiose opere appese alle pareti dipinte da Shakti, nome d’arte per una giovanissima pittrice che ha fatto di Bologna sua personalissima ispirazione e le ha permesso un percorso artistico originale «che non si sofferma su un tratto, ma sperimenta e cambia, come il mondo e l’essere umano sono continuamente stimolati a modificarsi», come lei stessa dice di sé.
Se volessimo trovare un libro per descrivere il nuovo, ingegnoso ed elegante locale, Marcel Proust può aiutarci: i gestori, infatti, sono andati alla ricerca e alla scoperta di un tempo perduto, dando vita ad uno spazio senza tempo, affascinante nel suo anacronismo, in cui ristorarsi in modo culturale e gustoso. Se aggiungiamo che Vamolà offre, anche, la presentazione di libri e l’organizzazione di laboratori ed eventi culturali (il cui programma è disponibile sulla pagina Facebook del locale), il risultato è completo e la ciliegina, anziché sulla torta, ce la facciamo servire sui tanti dolci durante una creativa degustazione letteraria.
Luca Occhilupo
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