Collette Divitto è una giovane ragazza di Boston con un unico sogno nel cassetto: diventare pasticcera! Fin da piccola Collette si divertiva a inventare le proprie ricette passando interi pomeriggi tra zucchero, uova e farina e per lei questo era il momento migliore della giornata. Il problema? Apparentemente nulla, se non fosse che Collette è affetta dalla sindrome di down. Infatti, quando la giovane ragazza si mise a cercare lavoro, collezionò un rifiuto dopo l’altro nonostante i suoi prodotti fossero davvero squisiti! Per tutti i datori di lavoro la ragazza non era abbastanza, non era all’altezza di lavorare all’interno delle loro pasticcerie. Collette tuttavia ha dimostrato molta forza e maturità, non si è lasciata abbattere da questi giudizi superficiali e discriminatori e ha deciso di fare da sé!
Ha inventato la ricetta per un delizioso cookie molto morbido, carico di cioccolato fondente e intriso di zucchero e cannella, definito da lei stesso il suo “amazing cookie”. La madre, Rosemary Alfredo, da sempre la sua più grande sostenitrice, l’ha spronata a vendere quei biscotti per amici e parenti ed è esattamente quello che la figlia inizia poi a fare. La storia di Collette si diffonde molto velocemente in tutta la città e la ragazza inizia a ricevere ingenti ordini di biscotti che, purtroppo, non riusciva a soddisfare nella sua piccola cucina. Poi la grande decisione: aprire un laboratorio tutto suo per vendere i suoi prodotti in tutto il mondo.
Collette è riuscita a esaudire il suo sogno ma adesso nel suo cuore ce n’è un altro: aprire altre pasticcerie nelle quali impiegare persone con disabilità! Un sogno, quello della giovane pasticcera, molto nobile; infatti i dati complessivi mostrano che le percentuali di lavoro sono più basse per uomini (53%) e donne disabili (20%), rispetto a uomini (65%) e donne normodotati (30%). Solo in Italia le persone disabili senza lavoro sono l’84%. Disabilità a parte, il lavoro è un diritto e come tale va garantito a tutti. Collette sta raggiungendo obiettivi sempre più grandi e non ha intenzione di fermarsi, sicura che un giorno tutte le persone affette da disabilità come lei avranno un posto di lavoro remunerato. Aspettando questo giorno tutti dovremmo avere chiara in mente una frase di Papa Francesco: «Una società è veramente accogliente nei confronti della vita quando riconosce che essa è preziosa anche nell’anzianità, nella disabilità, nella malattia grave e persino quando si sta spegnendo».
Nicole Terbonati
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