Secondo il settimanale inglese Economist, l’uomo di oggi si sente inadeguato, sia a livello professionale che esistenziale. Il principale motivo, sempre secondo il settimanale, è quello che molte professioni “maschili” stanno tramontando a causa della rivoluzione tecnologica e industriale. Anche sul piano culturale le donne di oggi superano di gran lunga l’uomo.
In Italia, ad esempio, le laureate sono oggi il 60% contro il 40% dei laureati, i loro voti finali sono di due punti maggiori rispetto a quelli dei colleghi maschi (103 contro 101), frequentano più tirocini e stage, e conquistano, ad esempio, molte più borse di studio. Se da una parte vi è una donna più studiosa che cerca di far rispettare il suo ruolo all’interno della famiglia e nel mondo di oggi, a livello economico è sicuramente l’uomo che ha la meglio sulla donna. Secondo i dati Eurostat in Italia a parità di incarichi, un uomo viene ancora pagato il 7,3% in più rispetto ad una donna, nonostante ormai nel nostro paese ci siano 2 milioni e 400mila donne “capofamiglia”, ossia uniche portatrici di reddito.
Carmen Leccardi, professoressa dell’Università di Milano-Bicocca, ha commentato così la tesi dell’Economist: «Fine dell’uomo medio? Se parliamo di professioni elementari, di lavoro fisico, sì, non c’è dubbio, i maschi sono destinati a subire forti penalizzazioni. E le donne invece, abituate a vivere e risolvere mille cose insieme, sapranno impossessarsi, speriamo, delle professioni future. Purché però queste eccellenze femminili vengano valorizzate. Se pensiamo a quello che è successo alla Sapienza di Roma, quello scandaloso concorso di bellezza con il rettore che dava i premi, ci rendiamo conto di quanta strada ci sia da fare. Ma è sul fronte esistenziale che già oggi si vede la differenza. Negli anni della crisi i maschi sono entrati in depressione e le donne invece hanno assunto il ruolo di capofamiglia…».
Valentina Friscia
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