Al prossimo sondaggio organizzato da qualche catena editoriale e svolto direttamente per strada, quando si ferma un passante dopo l’altro per domandare quanti libri si leggono personalmente in un anno, non si senta un pesce fuor d’acqua chi ne menziona almeno quindici. Quantomeno in Norvegia, infatti, una risposta simile sarebbe assolutamente nella norma. Non è un caso, quindi, che proprio il Paese scandinavo batta tutti i record per numero di lettori e di libri, con 9 abitanti su 10 che hanno terminato almeno un volume durante il 2015.
Le informazioni al riguardo arrivano dal Giornale della libreria e sorprendono particolarmente, se messe a paragone con i dati ISTAT secondo cui, in Italia, solo il 42% della popolazione dai 6 anni in su (ovvero 24 milioni di potenziali lettori) sostiene di concludere almeno un libro ogni 365 giorni. La situazione è di poco migliore nella vicina Spagna, dove la percentuale raggiunge il 62,2%, ma la Norvegia rimane imbattuta: la cifra vola a 89% tenendo conto della risposta maschile e a 97% per quel che concerne le cittadine.
E non è tutto, perché, per la stragrande maggioranza, leggere è una vera e propria abitudine, facente parte della vita quotidiana e alla quale difficilmente si vuole rinunciare. Ecco spiegato come mai il 72% dei norvegesi frequenti settimanalmente le librerie e addirittura l’80% compri almeno un titolo in un anno. Qualcuno si starà chiedendo se si tratti solo di compere cartacee: ebbene no, tant’è che il mercato ebook è in crescita e che per il 15% la gente si è data almeno una volta nel 2015 al digitale, contro il 12% del 2014.
Sono incoraggianti anche le statistiche grazie alle quali si è scoperto che il 78% delle mamme e dei papà scandinavi legge in compagnia dei propri bambini 2-3 volte alla settimana, motivo per cui un così alto tasso d’interesse per la cultura non sembra affatto destinato a scemare. Al contrario, il governo del nord Europa sembra dare il buon esempio a tutta la comunità dell’Unione, facendosi leader indiscusso nel valorizzare la letteratura e la diffusione del sapere, a dispetto della crisi di informazione e di qualità editoriale spesso denunciate nell’UE e non solo. Che l’Italia decida di prendere la Norvegia maggiormente a modello?
Eva Luna Mascolino
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