Il 2016 sembra essere sempre di più un anno chiave per il futuro del nostro pianeta. In tutto il mondo numerose iniziative stanno riportando l’attenzione dei consumatori sull’importanza del vivere una vita eco sostenibile ed eticamente orientata. La ricerca di prodotti green investe trasversalmente tutti i settori dell’economia: dal cibo bio alle auto elettriche, dai trucchi vegan alla moda eco friendly e proprio la moda green è stata oggetto di numerosi incontri durante il summit mondiale sulla moda ecosostenibile, tenutosi dal 10 al 12 maggio a Copenhagen. In Danimarca i più grandi produttori dell’industria tessile hanno tenuto una serie di incontri confrontandosi sulle nuove tecnologie e su differenti strategie con l’obiettivo di ridurre l’impatto di questo settore sul mondo. Recentemente, infatti, studi del WWF e di National Geographic hanno fatto luce sulla quantità d’acqua utilizzata per la produzione di una singola t-shirt in cotone, evidenziando come siano necessari più di 2,700 litri per ogni singolo capo, ai quali vanno sommate le grandi quantità d’energia necessarie per la produzione ed il trasporto: dalle grandi fabbriche delocalizzate nella parte povera del mondo ai nostri scaffali in occidente.
Alle preoccupazioni riguardanti le risorse energetiche si aggiungono quelle che interessano lo sfruttamento di mano d’opera a basso costo utilizzata nelle grandi fabbriche in Turchia e Bangladesh, che iniziative come quella lanciata con l’hashtag #whomademyclothes, durante la Fashion Revolution Week, hanno cercato di portare all’attenzione dei media e dei consumatori. I grandi brand del settore cercano di rispondere a questa ventata di consapevolezza: proponendo prodotti organic e campagne per riciclare i vecchi capi, nel caso del marchio H&M; oppure rinunciando alle pellicce animali come annunciato da Armani qualche settimana fa.
In tutto il mondo si producono nuovi capi utilizzando la canapa, oppure si sviluppano nuove fibre ricavate dall’ananas e dalla banana. L’Italia non resta a guardare e se dalla Sicilia una nuova fibra ricavata dall’arancia è già partita alla conquista del mondo, dal nord della penisola ecco arrivare dei jeans prodotti interamente con materiali sostenibili e senza sfruttamento dei lavoratori. Nell’attesa di nuove materiali e prodotti più sostenibili, si assiste anche nel nostro paese ad un ritorno ai mercatini dell’usato che sono sempre più presenti nelle fiere e nei cuori delle nostre città. Tutti possiamo fare qualcosa per migliorare la situazione e da quest’anno essere fashion potrà essere sinonimo di eco friendly, perché come diceva Socrate è «dalla virtù che nasce la bellezza».
Salvatore Corsaro
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