L’hennè deriva dalla pianta indigofera tinctoria, che viene fatta essiccare e fermentare. Tale vegetale, con l’aggiunta di sostanze liquide, permette di creare una crema color rossastro, utile per svariati usi: dalla tinta per capelli alla colorazione del corpo, pratiche adoperate soprattutto nell’Est del mondo. Tutto ciò diviene pericoloso quando alla indigofera tinctoria viene aggiunta la parafenilendiammina (PPD), una sostanza che rende il colore scuro, quasi nero, per farlo assomigliare il più possibile ai tatuaggi indelebili. Essa si è, però, rivelata allergena per il corpo umano e l’Agenzia spagnola del farmaco ha lanciato l’allerta. Ogni qualvolta si usa l’henné sulla pelle, bisognerebbe conoscerne la composizione dei pigmenti: poiché non sempre ciò è possibile, risulta difficile sapere in anticipo chi potrà avere una risposta negativa all’inchiostro nero.
Non sono solo gli spagnoli, tuttavia, ad aver lanciato l’allarme, bensì anche gli statunitensi: infatti, secondo un documento pubblicato dalla Food and Drug Administration americana, con l’uso dell’henné nero si rischiareno reazioni cutanee quali arrossamenti, vesciche, perdita di pigmentazione della pelle a una maggiore sensibilità alla luce e cicatrici permanenti. Le difficoltà legate alla PPD non finiscono qui: difatti, chiunque riscontri problemi all’epidermide legati all’uso della sostanza è possibile che rilevi altre forme di allergia, poiché, essendo la indigofera utilizzata anche all’interno degli antiinfiammatori e anestetici locali, un’intolleranza al composto può causare ulteriori problemi legati alla somministrazione dei più comuni farmaci. Tutto ciò, naturalmente, è evitabile: se non si resiste alla moda di avere sulla pelle simboli e disegni, almeno è bene prestare attenzione all’origine del prodotto proposto e affidarsi a persone qualificate. Infine, il suggerimento più importante è quello di preferire sempre l’henné 100% naturale, il cui colore è rossastro, rispetto a quello chimico, il cui colore è propri il nero.
Roberta Ventura
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