Armine Harutyunyan è apparsa in passerella per presentare la collezione Primavera/Estate 2020 firmata Gucci. Pochi minuti su quel palco le sono bastati per ottenere una popolarità che, forse, non si sarebbe mai immaginata di avere. La giovane modella, infatti, è stata travolta da una valanga di commenti sul proprio corpo. E non solo. Tra le sue foto prese di mira (QUI, per il profilo Instagram) una, che la raffigura con un pesce (morto). «Respect for Animals», precisano dal pulpito alcuni. «Raga ma è uguale a farsi una foto col sushi o con una bistecca o con un pollo arrosto», la difendono altri.
Quello che sembra abbia fatto arricciare il naso al severissimo popolo di Instagram, è stata, però, la presunta apparizione di Armine in una lista – mai specificata – delle 100 donne più belle/sexy del pianeta, in cui la stessa Gucci l’avrebbe dichiarata tale. Una classifica evocata da molti, ma vista davvero da pochi. Presumibile fake news? Non importa. La presenza o meno del nome di Armine tra quelli delle donne più sensuali del mondo non giustificherà nessuno per la cattiveria riversatale contro. È l’ennesima dimostrazione che nonostante ci si predichi contro il politically correct, ciò che vi esorbita, fa discutere e indignare.
Nonostante a farne le spese sia stata una giovane ragazza armena, Gucci ha realizzato per la sua collezione (e non solo) una campagna pubblicitaria senza precedenti. Probabilmente lo scalpore legato alla vicenda “Armine” non era previsto dalla celebre casa di moda, né tantomeno prevedibile. Non sarebbe, infatti, la prima volta che lo stereotipo del corpo perfetto lasci spazio ad uno che non lo è. Ma noi, pesci dell’esteso mare social, abbiamo abboccato senza esitare nemmeno un secondo. Per tutto questo, ha vinto Gucci.
Su google è impennata di ricerche. Tutta popolarità guadagnata, non per la azzardata fantasia di un abito, ma per la discutibile scelta di una modella che un abito dovesse indossare. Come scritto da Open, secondo Google Trends, si parla proprio di impennata di ricerche (è il primo risultato di ricerca su Google, se si digitano le lettere “a” ed “r” in sequenza). Tutti parlano della modella, ma nessuno si accorge di quanto il fenomeno aumenti notevolmente la visibilità di chi quella modella ha scelto.
Armine Harutyunyan è originaria di Yerevan, capitale dell’Armenia. Classe 1997, ha 23 anni ed è una graphic designer. Ha incontrato la moda per caso, grazie a un talent scout che l’ha presentata a Berlino al direttore creativo di Gucci che, evidentemente, ne è rimasto colpito.
«È stato come un sogno che si avvera, a cui, stranamente, non ho mai nemmeno pensato. Tutto è avvenuto in modo inaspettato e nel luogo più inaspettato che si possa immaginare. Ero a Berlino per il concerto della mia band preferita e una mattina, passeggiando per la città, sono stata avvicinata da uno scout della moda, che mi ha chiesto di scattare una foto e scambiare contatti. Un mese dopo quell’incontro, lo scout mi informa che la mia foto è stata inviata a Gucci e che vogliono vedermi al casting per partecipare alla loro sfilata”. Onestamente, i miei sentimenti erano contrastanti, perché ero felice e un po’ confusa. Non potevo credere che sarei diventata parte di un marchio che amo molto», queste le parole riportate da Cosmopolitan.com.
Nipote d’arte, il nonno Khachatur Azizyan è un pittore molto apprezzato. Lo scorso anno sfila per la collezione primavera/estate di Gucci con un abito (disegnato proprio da Alessandro Michele) ispirato alle camice di forza dei manicomi (capo non destinato alla vendita).
Maria Giulia Vancheri
Fonte immagine: profilo Instagram Armine Harutyunyan
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Maria Giulia, che in una parola si definisce logorroica, è una studentessa 24enne di giurisprudenza, a Catania. Dopo anni passati sui libri ha pensato bene di iniziare a scrivere per non infastidire più chi non volesse ascoltare le tante cose che aveva da dire. Riconosce di essere fashion… ma non addicted. Ama il mare e anche durante la sessione estiva non rinuncia alla sua nuotata giornaliera, che le rinfresca il corpo e i pensieri.
Crede fermamente che chi semina amore, raccolga felicità