La storia insegna: nel corso dei secoli, l’uomo ha provato sempre a prevalere sul vicino per avere la sua erba che, come dice il proverbio, è sempre più verde. E così da semplici Stati (seppur la parola Stato in questo venga usata impropriamente, dato che è stata coniata con l’avvento delle grandi monarchie tra il 13° ed il 14° secolo) sono passati ad essere grandi Imperi, taluni sono stati semplici fuochi di paglia, altri sono sopravvissuti ai popoli invasori e, soprattutto, alla storia. Ma quali sono stati gli imperi più gloriosi in assoluto?
Con un’estensione massima che superò i 35.000.000 km², è stato l’impero più grande mai costruito dall’uomo, detenendo colonie e protettorati in tutti e cinque i continenti. Nato nel 1583, fomentò nei primi tempi la pirateria per potersi espandere al meglio via mare (un grande loro alleato fu il pirata Francis Drake), crollò solo nel 1997 con la consegna dell’ultima colonia inglese, Hong Kong, alla Cina. Eppure l’impero fondato durante il governo di Elisabetta I rischiò di crollare quasi subito alla luce del conflitto bellico-navale che ebbe durante i suoi primi anni di vita con la Spagna, la cui flotta veniva chiamata Invincibile Armata: alla fine la spuntò la corona inglese, giocando d’astuzia ed impedendo alle navi spagnoli di abbordare quelle inglesi, facendo venir meno la possibilità di uno scontro corpo a corpo tra gli equipaggi, arte in cui gli spagnoli erano davvero ben addestrati.
L’unico duro colpo che subì la perdita delle 13 colonie americane nella seconda metà del 1700: tali separatisti sarebbero stati le radici di quelli che oggi sono gli Stati Uniti d’America. Fu uno dei pochi che sopravvisse alle due grandi guerre dai cui uscì, seppur nella seconda con l’aiuto degli americani, vincente.
Secondo solo alla Gran Bretagna, l’impero mongolo costruito da Gengis Khan ha praticamente conquistato mezza Asia e buona parte dell’Europa Orientale, raggiungendo un’estensione massima che superò di poco i 33.000.000 km² (fonte: focus.it). Esso nacque nel 1206 e dovette arrendersi solo di fronte l’immane stazza della grande muraglia. Nati come un popolo di pastori e guerrieri, i mongoli furono tra i più valorosi combattenti: l’arte della guerra divenne la loro ragione di vita. Prettamente dediti ai culti sciamanici e ai riti propiziatori, consentirono ai popoli conquistati di portare avanti i loro credo. L’impero costruito dal gran Khan (che peraltro era molto attratto da quelle filosofie e quelle religioni che aspiravano all’immortalità) si sgretolò nel 1368, dopo la morte di quest’ultimo a causa dell’eccessivo frazionamento che i successivi eredi al trono non seppero contenere.
Con colonie in Europa, Africa, America e Australia, l’impero spagnolo entra di diritto al quarto posto della nostra classifica (la sua massima estensione fu poco più grande di 19.000.000 km²(fonte: focus.it)). Esso affonda le sue radici nel 1492 con la scoperta dell’America da Cristoforo Colombo, seppur egli credette di esser arrivato nelle Indie, infatti, l’intenzione iniziale era quella di solcare nuove rotte commerciali per aggirare eventuali intercettazione da parte dei turchi. I suoi genitori furono gli Aragonesi; esso cadde nel 1945, poco dopo la fine del secondo conflitto mondiale: il suo sgretolamento fu il risultato di un lungo e lento processo di indipendenza che prese vita con la secessione dell’Argentina agli albori del 1800, in tempi, quindi, per nulla sospetti. L’impero spagnolo fu per molto tempo uno dei più ardui sostenitori del cattolicesimo.
Nonostante sia durato soltanto dal 661 d.C. al 750 d.C. , il Califfato della dinastia Omayyade raggiunse una massima estensione di 15.000.000 km² (fonte: focus.it). Partito da quella terra ad oggi conosciuta come Arabia Saudita, riuscì ad arrivare fino alla Spagna, tramite il Marocco. Proprio agli arabi dobbiamo molto dell’attuale sapere matematico, oltre che a svariate nozioni di scienza astronomica e grandi opere d’arte quali l’Alhambra (al-hamra in arabo) e la Grande Moschea di Cordova. Solo i franchi, guidati dal merovingio Carlo Martello, riuscirono a dare una fortissima battuta d’arresto all’espansionismo arabo, quando sconfissero i guerrieri omayyadi a Poitiers nel 732. Nel primo grande impero islamico, inoltre, vi era una grande libertà di pensiero.
Con un’area di controllo estesa per un massimo di 8.500.000 km² (fonte: focus.it), il primo impero persiano fu reso glorioso dai vari imperatori che si succedettero al trono. Nati nel 550 a.C. e crollati nel 330 a.C. non riuscirono a prendere, seppur nettamente per quanto riguarda il numero di guerrieri e di armamenti a disposizione, solo la Grecia. In tale impresa fallì prima Re Dario, che fu sconfitto nella famosa battaglia di Maratona, poi Serse I che venne fermato alle Termopili dai leggendari 300 spartani guidati da Re Leonida e poi definitivamente sconfitto nella battaglia navale dello stretto di Salamina dall’ateniese Temistocle. I loro imperatore più famoso fu Ciro Il Grande: egli conquistò Babilonia ed emanò il così detto cilindro di Ciro, documento con cui affermava la libertà di culto e aboliva la schiavitù, creando, così, una una sorta di rudimentale bozza di quelli che sarebbero stati i primi diritti umani riconosciuti da un imperatore al popolo.
Il primo impero persiano, inoltre, fu una grande culla di filosofie e religioni: sotto di esso abbiamo la comparsa dello Zoroastrismo, religione monoteista predicata da Zoroastro, basato sul dualismo tra bene e male, che prestò divenne religione di stato. I persiani furono comunque spazzati via dall’impero Macedone di Alessandro Magno. Anch’essi erano rinomati per la grande libertà di pensiero concessa ai sudditi.
Tra gli imperi più duraturi della storia (1299 – 1922), estese il suo dominio per un massimo di 5.200.00 km² (fonte: focus.it). Garante di un cosmopolitismo unico nel suo genere, fu la spina nel fianco delle c.d. repubbliche marinare e arrivò a divenire uno tra i pochi effettivi dominatori del Mediterraneo, assoggettando sotto il suo controllo le migliori rotte commerciali del mar Mediterraneo. Il loro più grande imperatore fu Solimano il Magnifico, vittorioso come pochi. Tra le sue conquiste si possono annoverare Rodi, l’Ungheria, il NordAfrica e persino la Persia. Se non fosse per l’intervento spagnolo sarebbe riuscito a prendere pure Malta.
L’impero ottomano, comunque, cadde nei primi anni del 1900 a seguito della vittoria del movimento repubblicano kemalista che si affermò anche grazie agli ingenti danni che la guerra aveva portato.
Partito da un semplice gruppo di pastori, residenti nel Lazio, nel 753 a.C. Roma divenne un impero solo con l’ascesa al potere del successore di Giulio Cesare, il lontano nipote Ottaviano (che solo dopo la sua nomina di imperator si fece chiamare Augusto). Roma fu una fiorente culla del diritto: la disciplina privatisti e pubblica dei romani prevedeva tantissimi istituti da cui oggi deriva il nostro attuale ordinamento, da essa peraltro diversi popoli post romani plasmeranno i loro ordinamenti. La massima estensione dell’impero dell’Aquila fu raggiunta con Traiano, con la conquista della Dacia e dell’Armenia, arrivando ad occupare più 5.000.000 km² di territori. Ciò che permise a Roma di durare nei secoli fu il rigoroso addestramento militare a cui i legionari venivano sottoposti, oltre che l’impeccabile tattica e la perfetta organizzazione del castrum (l’accampamento romano): basti pensare che talune legioni ricevettero mitici soprannomi, ad esempio la X fu detta “degli immortali”.
E furono proprio le defezioni legate all’apparato militare (del resto ormai la maggior parte delle legioni che presidiavano i confini – e non – erano composte da mercenari germanici, che vivevano a Roma e avevano cittadinanza romana a eseguito della Constitutio Antoniniana. Essi talvolta si rifiutavano di combattere contro i loro simili) le cause prime che portarono alla sua caduta (insieme ad un’altra serie di fattori, tra cui l’assenza di imperatori degni di tal nome) nel 476 d.C. con la deposizione dal trono del giovane Romolo Augustolo per mano del re degli ostrogoti, Odoacre, ma già l’impero prima nel 378 d.C. con la disfatta di Adrianopoli in cui i visigoti annientarono tutto l’esercito romano guidato dall’imperatore Valente, poi con il secondo sacco di Roma (il primo fu fatto dai galli nel 390 a.C. quando ancora non vi era l’impero) per mano di Alarico, re dei visigoti.
Con la morte di Filippo il Grande e l’ascesa al trono del figlio Alessandro, la Macedonia creò un impero grande quasi tanto quanto quello romano e quello ottomano, dominando territori che andarono dalla Grecia fino all’India passando per l’Egitto. Alessandro, che poi divenne Magno, arrivò fino alle porte dell’India, dovendosi arrendere solo di fronte a quei popoli che combattevano usando gli elefanti.
Eppure non fu solo questa la causa che portò alla fine delle guerre di conquista di Alessandro: egli stesso era molto malato, oltre che ed essere alcolizzato; in più il suo esercito si era ridotto ad essere un cumulo di mercenari in cui, peraltro, iniziarono a serpeggiare malumori per la lunga durata della sua campagna. Fu proprio Alessandro a mettere la parola fine sulla storia del primo impero persiano. Dopo la morte del suddetto, l’impero che il figlio di Filippo il Grande aveva creato iniziò un lungo e lento processo di sgretolamento.
Francesco Raguni
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