Sono giovani o giovanissimi. L’età di chi, per farsi accettare dal gruppo, fa uso di sostanze stupefacenti si abbassa sempre di più. Flavio e Gianluca, come riportato da questo articolo dell’Huffington Post, avevano 15 e 16 anni e una vita davanti, eppure, hanno detto “no” ad un torneo di Fifa con gli amici preferendo qualcosa che li avrebbe fatti sentire più grandi. Perchè?
Ascoltano un genere di musica che li porta a “canticchiare” i ritornelli che ripetono: «Codeine crazy». Si contano tantissimi brani dedicati a questo derivato dell’oppio presente nei farmaci più comuni. Il pubblico di riferimento ha un’età compresa tra i 14 e 18 anni. «Nessuna intenzione di portarli sulla via della tossicodipendenza» si difendono gli artisti. Ma il loro messaggio, oggi, viaggia più veloce che mai e le “istruzioni” per creare nuovi mix letali stuzzica la fantasia dei più deboli, di chi è finito in un vortice di emozioni da cui può tirarsi fuori solo con l’aiuto di un adulto.
Si tratta di droghe prodotte mediante sintesi chimica e possono essere molto più tossiche di quanto non lo sia il THC. Riducono la capacità di individuare il pericolo, si è più euforici e disinibiti. Combinate, dunque, con altre sostanze depressive, come l’alcol, possono portare fino all’overdose e ad alterazioni importanti del sistema nervoso centrale o un aumento dell’aggressività. Per chi indaga su questi fenomeni l’aggressività della movida non è una novità, anzi. Nel fine settimana risse e disordini si accompagnano alle scatole dei medicinali vuote sparse per strada.
Qualche giorno fa, a Roma, è stata sgominata una banda di spacciatori tutti minorenni, benestanti e di buona famiglia. Vendevano una miscela devastante di oppioidi da consumare, ovviamente, con l’alcol. Procurarsi i principi attivi non era un problema: tra loro c’erano anche figli di medici che rubavano i fogli dai ricettari dei genitori, falsificavano le prescrizioni usando timbri e nomi di professionisti inventati e acquistavano tutto il necessario in farmacia per confezionare un mix capace di far vivere uno sballo senza precedenti.
Nel più fortunato dei casi, chi arriva in pronto soccorso presenta dei sintomi difficili da diagnosticare immediatamente. Rendendo ancora più complessa, poi, la scelta della terapia giusta. Arginare il fenomeno è un’operazione che richiede sforzo e attenzione, soprattutto perché molte di queste droghe non sono ancora state tabellate e si possono comprare legalmente da siti fuori dall’UE che per la consegna utilizzano normali corrieri. Morire è mai stato più facile di così?
Maria Giulia Vancheri
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Maria Giulia, che in una parola si definisce logorroica, è una studentessa 24enne di giurisprudenza, a Catania. Dopo anni passati sui libri ha pensato bene di iniziare a scrivere per non infastidire più chi non volesse ascoltare le tante cose che aveva da dire. Riconosce di essere fashion… ma non addicted. Ama il mare e anche durante la sessione estiva non rinuncia alla sua nuotata giornaliera, che le rinfresca il corpo e i pensieri.
Crede fermamente che chi semina amore, raccolga felicità