Quarant’anni e non sentirli: Giorgio Armani, Re Giorgio per i fashionisti, il 24 luglio di quest’anno celebra ben quattro decadi di una carriera a dir poco strepitosa, con quel rigore sobrio che è il suo marchio di fabbrica immutato nel tempo, sempre geniale e sorprendente. La sua continua ricerca della perfezione è leggendaria, come la scelta dei colori mai eccessivi. A detta sua «I colori spenti danno spazio alla fantasia». Ma chi è lo stilista Armani? Cosa si cela dietro tutto questo successo, dietro quegli occhi azzurri e alteri che, in realtà, nascondono una grande timidezza?
Giorgio, originario di Piacenza, aveva già le idee chiare fin dalla più tenera età: «sapevo che mi sarebbe piaciuto fare qualcosa di non banale, di non grigio». Così è rimasto fedele a sé stesso, laborioso artigiano delle sue creazioni. È uno che detesta gli orpelli, le esagerazioni, i «camuffamenti» come lui stesso li ha definiti. «La mia è una costante ricerca della rinuncia. Bisogna scartare tutto quello che sia troppo appariscente e cercare di trovare una nuova formula, più sottile, più silenziosa».
La filosofia del less is more si riflette nel suo storico blazer, pensato per le «donne che avanzano e occupano posti di lavoro di qualsiasi qualità», ma anche nelle giacche destrutturate e negli accessori minimal ma assolutamente raffinati. Come non ricordare poi gli illustri abiti per le celebrità del cinema (e non solo)? Armani stesso, che in realtà voleva diventare regista, ricorda con particolare piacere un aneddoto che pochi sanno: nel 1986 venne ricevuto da Giovanni Paolo II, che gli aveva commissionato il disegno della copertina per il Vangelo in uso nelle cattedrali durante le celebrazioni: «L’ho incontrato in tre occasioni – ha raccontato – e alla seconda ha esclamato: “Ah, Armani, la moda, la moda!”. Ero lusingato di vedere che si era ricordato di ciò che facevo».
Per celebrare degnamente il traguardo dei quarant’anni, lo stilista ha annunciato per il 30 aprile una sfilata che inaugurerà l’Expo 2015 di cui è stato eletto special ambassador; senza dimenticare che è inoltre prevista l’apertura del museo Armani Silos (a Milano, nell’ex sede Nestlé). Si tratterà di un museo, ma anche di un archivio completo di questi 40 anni, dalla prima sfilata per uomo del 1975 al debutto dell’anno successivo della collezione femminile. Si ripercorreranno gli abiti più belli di Giorgio, inconfutabili nella loro perfetta semplicità. Perché, in fondo, per Armani l’eleganza è proprio questo: «Essere sé stessi».
Chiara Grasso
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