Il COVID-19 quest’anno non ha risparmiato quasi nessuno, nemmeno i grandi artisti: si parla di Kenzō, stilista giapponese ricoverato all’ospedale americano di Neuilly-sur-Seine e deceduto lo scorso 4 Ottobre a 81 anni.
Conosciuto per il suo smagliante sorriso, amato da moltissimi per le sue creazioni, ricordiamo chi è Kenzō Takada e perché è così emblematico nel mondo della moda.
Nato in Giappone nel 1939, Kenzo era destinato a un futuro del tutto diverso da quello che ci si aspetterebbe. Indirizzato dalla famiglia agli studi umanistici, sceglie di abbandonare l’Università di Kobe per dedicarsi esclusivamente alla sua passione.
Si iscrive così in una scuola di moda a Tokyo – è stato uno dei primi allievi maschi-, ma la sua carriera ha inizio a Parigi nel 1970.
Dopo una serie di successi, dovuti alle sue prime collezioni presentate alla Galerie Vivienne, Kenzo viene conosciuto dal grande pubblico come un’importante icona del cambiamento e dell’originalità. Fautore dei colori e della poesia, l’artista negli anni ’70 è rappresentante del Flower Power.
Il suo forte legame con la natura, lo streetwear newyorkese e la cultura giapponese,hanno determinato uno stile del tutto unico e inimitabile.
Foto di: Pierre Verdy
Inoltre nelle sue collezioni di alta moda, ha anche realizzato costumi per il teatro, il circo e il cinema. Prima di lasciare la direzione del suo marchio ad Antonio Marras, seguito da Humberto Leon e Carol Lim, lancia la sua linea di abbigliamento maschile e di profumi nel 2000, più acquistato tra tanti il Flower by Kenzo.
Dopo aver ceduto il brand alla società francese LVMH (acronimo di Moët Hennessy e Louis Vuitton), ha dedicato il resto della sua vita al design.
Tuttavia, il lockdown non è stato così negativo per l’artista, in quanto gli ha permesso di trovare la giusta ispirazione per la collezione primavera/estate 2021. Protagoniste dei suoi abiti alla Paris Fashion Week sono le api, le quali rappresentano il distanziamento sociale di questo periodo.
Se però l’idea deriva dal grande maestro, a realizzarla ci pensa il nuovo direttore creativo Felipe Oliveira Baptista.
I cappelli degli apicoltori, con un velo che protegge il viso, danno voce alla condizione di disperazione del mondo, superata poi dai colori sgargianti di fiori come papaveri e ortensie.
Gli stilisti ci dimostrano dunque che dalla decadenza si può sempre rinascere.
Emblematica è la sua morte, perché proprio ciò che lo ha ispirato, alla fine, lo ha ucciso. Kenzō Takada muore la scorsa domenica lasciandoci questa metafora geniale e incantevole.
Carlotta Caruso
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Sicura, forte e determinata, Carlotta Caruso è una ragazza che ama non stare ferma.
Nata il 6 Aprile 2002, le sue passioni più grandi sono la psicologia e, perché no, anche il mondo della moda e dello spettacolo.
Dopo aver conseguito il diploma scientifico nel Giugno 2020, decide di dare una svolta alla sua vita: intraprendere la carriera di giornalista, iscriversi all’Università di filosofia e dare sempre più spazio ai suoi sogni nel cassetto.
Ha un obiettivo nella vita: dimostrare a se stessa, e agli altri, che dall’abisso può esplodere un meraviglioso capolavoro.