Attualmente, sono innumerevoli le associazioni che si battono per l’affermazione dei diritti civili degli omosessuali, ancora purtroppo contrassegnati da pregiudizi piuttosto pesanti. Da sempre, soprattutto nei Paesi dove l’omosessualità è vista come una devianza mentale, si è cercato di mettere a frutto leggi che diano spiegazione del perché vi sono uomini a cui piacciono gli uomini, e donne a cui piacciono le donne; ma, nonostante gli sforzi, l’unica e incontrovertibile realtà resta che la natura non si discute. A tal proposito, proprio in Malesia il giornale Sinar Harian ha cercato di redigere una lista delle possibili caratteristiche per contraddistinguere i gay. In particolare, per quanto riguarda gli uomini, essi amano la barba, i vestiti griffati e andare in palestra, dove il loro unico interesse, però, sarebbe quello di guardare gli uomini e godere della bellezza di alcuni.
Ovviamente, ce n’è anche per il gentil sesso: infatti, sempre secondo Sinar Harian, le donne ritenute lesbiche detestano particolarmente gli uomini, mentre si sentono molto più a proprio agio con altre donne, con cui camminano mano nella mano e si abbracciano in pubblico senza alcun problema. Come riporta Focus, il The Guardian ha stilato un articolo in cui ha apertamente denunciato la notizia, riferendo che in Malesia diverse persone si sono suicidate in seguito all’accusa di omosessualità, come fosse un crimine! Anche nel 2013 il ministro del Kuwait dichiarò di stare pensando di prendere seri provvedimenti nei confronti di gay e lesbiche: la notizia fece il giro del mondo, disgustando la comunità internazionale e per cui il ministro fu costretto a chiedere scusa.
Quanto suddetto, tuttavia non riguarda solamente i Paesi orientali, ma anche alcuni di quelli occidentali. Nazioni in cui oggi si inneggia alla parità dei diritti, ma che un tempo perseguitavano violentemente gli omosessuali. Tra questi, gli Stati Uniti dove l’agente dell’FBI, J. Edgar Hoover, sguinzagliò agenti al suo servizio con l’obiettivo di rintracciare gay e lesbiche, seguirli nelle proprie case e cercare di studiarne eventuali tratti in comune, o anche modelli che rivelassero anzitempo la presenza di quelle persone da lui viste come appestate. A quanto pare, probabilmente anche lui era gay, e non accettando la sua natura introiettò una sorta di terribile omofobia. Nondimeno, nel 2017, direttamente dall’Università di Stanford, Michal Kosinski cominciò a usare l’intelligenza artificiale nel tentativo di delineare una volta per tutte un modello unico di riconoscimento degli omosessuali.
Per questo, passò a rassegna oltre trentamila volti presi da un sito d’incontri; dopodiché, insieme a Yilun Wang mise a punto un programma che, secondo i due studiosi, sarebbe in grado di riconoscere un uomo gay nell’81% delle volte, e una donna lesbica nel 71%. Parecchi loro colleghi ne hanno contestato l’operato poiché quelle foto sono state caricate dagli utenti in questione e non scattate in un laboratorio, ritenute, quindi, prive di attinenza con la realtà. Numerose sono le critiche mosse dalla comunità LGBTQ, per la quale queste non sono altro che pseudoscienze senza alcun fondamento matematico. Kosinski si è scusato, affermando che il suo obiettivo non era quello di offendere gli omosessuali, ma solo di mettere in guardia il mondo dal pericolo che incombe per via dell’intelligenza artificiale. Sarà davvero così? Non possiamo saperlo con certezza, ma, nel frattempo, possiamo cercare di evolvere sempre più le nostre menti verso un orizzonte che non ha chiaro-scuri, ma solo un unico e grande arcobaleno colorato.
Anastasia Gambera
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.