Un videogioco, un film con esperimenti di laboratorio e scene apocalittiche, un sogno. Lo scenario creato dal Coronavirus è quello che molti hanno vissuto o visto solo in certi contesti e che oggi, purtroppo, è realtà. Nessuno esce da casa, come se ci fossero gli invasori. Chi lo fa usa la mascherina. Città vuote e spettrali, come una replica del set di “Io sono leggenda”.
Eppure, questo è il ritratto dell’Italia. Situazione difficile, triste: sia per la sanità che per l’economia. Numeri che vanno, numeri che aumentano, notizie che volano sul filo della rete.
«Evitiamo gli allarmismi e cerchiamo di combattere l’epidemia prendendo coscienza di quanto sta accadendo» è il monito delle massime autorità e non solo. Anche personaggi dello spettacolo e dello sport si sono uniti a questo appello attraverso campagne pubblicitarie e social: da #iorestoacasa a #distantimauniti.
Social che, quanto non mai, sono diventati essenziali e utili. Non più per storie in discoteca o per mettere in mostra gli ultimi acquisti o corpi palestrati e curve da urlo. Solo un mezzo per essere più vicini e comunicare. Un mondo virtuale che diventa tangibile e reale. Chi per lavoro, chi per sentire e vedere parenti o amici, mai così lontani, seppur a un isolato di distanza.
In un mondo dove, purtroppo, esiste ancora l’idea del diverso, le barriere vengono abbattute per allearsi e sconfiggere un nemico comune: il coronavirus. Esempio lampante il video girato in Cina a sostegno dell’Italia.
Quell’Italia dove sono stati presi provvedimenti drastici, ma probabilmente necessari per contrastarne la diffusione e il contagio. Quell’Italia, a tratti schernita, che oggi diventa un modello per gli altri Paesi dell’Unione Europea… e forse anche per gran parte del mondo. Così come fatto ancor prima dalla Cina, che oggi vede i primi risultati dopo quasi due mesi.
Il virtuale e la tecnologia mostrano ancor di più quanto possano aver cambiato il mondo e possano cambiare il modo di vivere, anche quando il modo di vivere è cambiato.
«Stiamo distanti oggi, per abbracciarci con più calore domani», ha dichiarato il premier Giuseppe Conte. E, sperando che “domani” arrivi presto, traiamo insegnamento da questo momento difficile.
Andrea Lo Giudice
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Sin da piccolo con la passione dello sport e con un occhio incantato e innamorato per il calcio. Il fisico e la tecnica non hanno garantito un grande successo sportivo e i videogiochi hanno “rovinato” la mia esistenza facendo nascere la vena e passione giornalistica. Da lì, anni a sognare e a lottare per raggiungere un obiettivo, raggiunto solo in parte. Ma, mai fermarsi. Tante le esperienze: televisive, radiofoniche e web. Non si sa mai dove si arriverà, ma bisogna sempre crederci. Capendo che il giornalismo non è solo ciò che piace e che, a volte, si possono trovare anche altri argomenti e stimoli interessanti.
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