Uscire si può finalmente, ma non senza il rossetto all’ultimo grido unisex: la mascherina. Quest’ultima, compagna irrinunciabile delle proprie giornate, non è molto amata: fa caldo, non si respira bene, ma soprattutto rende difficile comunicare con gli altri. Non solo a livello superficiale di parola/udito, ma a livello più profondo di ricezione del messaggio corretto. Come fare, allora, per capire nel profondo cosa vuole dire l’interlocutore senza vedere gran parte della sua espressione facciale?
La BBC Future ha chiesto consigli ad alcuni studiosi della comunicazione, ma anche a diverse donne che ogni giorno indossano il niqab perché nessuno più di loro può insegnare come comprendere la conversazione escludendo le espressioni facciali.
Partiamo dal presupposto che le espressioni facciali, isolate dal contesto sono spesso fuorvianti. Lo ha spiegato Aleix Martinez, professore di ingegneria elettrica e informatica presso la Ohio State University, servendosi di due foto. Nella prima il viso di una donna triste e in lacrime, nella seconda un uomo con la faccia rossa che sembra urlare dal dolore. La versione integrale delle due foto, corpo incluso, mostra al contrario due momenti di forte gioia ed emozione. «Finché hai accesso ad altri segnali, sei praticamente al sicuro» dice Martinez «Il fatto che indossi una maschera o che hai il viso coperto non dovrebbe impedire agli altri di capire cosa stai cercando di esprimere in modo non verbale».
Il segreto delle donne che indossano il niqab è in generale quello di leggere il linguaggio corporeo dell’altro per comprendere il messaggio in maniera più profonda. Inoltre, loro stesse hanno cercato di modificare il proprio modo di comunicare accentuando i gesti delle mani e delle braccia, muovendo molto le sopracciglia e lo sguardo, così da rendere più facile all’interlocutore la comprensione. Un altro fattore importante è modificare il proprio tono di voce quando si parla con la bocca coperta, così da renderlo più alto e chiaro.
Benché, il tessuto del niqab sia diverso dalle mascherine, questi piccoli accorgimenti potrebbero aiutare a velocizzare molti processi di acquisto nei luoghi pubblici. Dove per adesso, tra una mascherina e l’altra si sente spesso un coro di «Eh?», «Cosa?», «Scusi può ripetere?».
Chiara Forcisi
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Da sempre lettrice accanita, Chiara all’età di 13 anni pubblica You are my angel, il suo primo romanzo. Frequenta il Liceo Classico N. Spedalieri di Catania, dove completa gli studi in bellezza in qualità di rappresentante d’istituto e dirige, dopo averlo fondato, il giornalino scolastico Il Punto, degno erede di Voci di Corridoio, antesignano di Voci di Città. A marzo 2013 corona il suo più grande sogno: partire come delegate con l’Associazione Diplomatici alla scoperta della Grande Mela. Si laurea in Scienze della Comunicazione all’Alma Mater Studiorum di Bologna a luglio 2018. Inoltre, anche se è impegnata ad affrontare la vita quotidiana non si arrende e prova ancora a realizzare ciò che voleva fare fin dalla culla: salvare il mondo con le parole.