Potenziamento dei controlli, mappatura delle aree a rischio e un sistema di videosorveglianza che non sia circoscritta alla singola strada. Per impedire che Catania finisca affogata sotto un mare di rifiuti serve una politica drastica che, oltre alle misure repressive, preveda una progettualità incentrata sullo sviluppare una coscienza verde e civica nei catanesi. Dopo la questione “via Toledo” (la strada chiusa al traffico perchè sommersa dai rifiuti) come Presidentessa dell’Assemblea Provinciale di Catania per il Partito Democratico ritorno a parlare di una questione che ha sempre colpito il capoluogo etneo ma che, negli ultimi tempi, si è trasformata in una vera e propria “zavorra” che rischia di trascinare giù un territorio a forte vocazione turistica e culturale. La sottoscritta Ersilia Saverino ribadisce la bontà delle iniziative intraprese finora ma bandi di gara e l’attività di associazioni di volontariato o di comitati cittadini possono poco contro una piaga che affonda le radici su anni di disinteresse e politiche carenti da parte delle istituzioni preposte. Oggi non c’è un angolo della città dove l’oasi ecologica non sia circondata da mobili, copertoni d’auto e vecchi materassi. Materiali che hanno un costo enorme per essere smaltiti. Spese che inevitabilmente gravano sui cittadini del capoluogo etneo. Senza nessun tipo di programmazione a breve, medio e lungo termine, soprattutto nell’ambito della raccolta differenziata, si arriva all’invasione del sacchetto di plastica in tutta la città. Catania non può continuare a vivere alla giornata dove il minimo imprevisto o disagio provoca un’invasione dei rifiuti nelle nostre strade. Al contrario, Catania ha bisogno di una politica articolata che oltre alla racconta differenziata si concentri sul largo impiego della videosorveglianza. Telecamere di sicurezza che possano sanzionare i “pendolari” del sacchetto e, al tempo stesso, individuare gli incivili che buttano i rifiuti in mezzo alla strada o nei terreni abbandonati.
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