Da poche settimane Barcellona è ufficialmente una città vegan-friendly. Il consiglio comunale ha approvato la proposta proveniente dal partito repubblicano, il cui obiettivo è far si che la città catalana diventi – come dichiarato dal consigliere Alfred Bosch – « un punto di riferimento mondiale per tutte le persone che condividono questo tipo di sensibilità». L’ONU ha richiamato l’attenzione sull’impatto ambientale del consumo di carne e diverse istituzioni hanno cominciato a prendere provvedimenti al riguardo. L’ajuntament di Barcellona ha previsto la redazione di una guida alla cucina e alle attività veg della città, accompagnata da un’app dedicata. Un ufficio permanente, BCNvegPoint, si occuperà di dare informazioni non solo ai consumatori, ma anche agli imprenditori così da facilitare e stimolare lo sviluppo di un’economia green vegetariana e vegana. È stata prevista l’adesione della città al movimento del Meatless Monday, un progetto che nasce nel 2003 ed oggi è presente in 36 nazioni che promuove attraverso il suo portavoce Paul McCartney, i “lunedì senza carne” per far si che almeno quel giorno della settimana l’attenzione possa essere rivolta alla questione etica-animalista.
La città di Barcellona è, da anni ormai, vicina alle tematiche ambientaliste, come conferma la legge che dal 2012 ha vietato le corride. Da oggi la città degli artisti visionari Gaudì e Dalì, anche dal punto di vista dell’alimentazione, potrà essere considerata una città all’avanguardia. Persino in Italia qualcosa si sta muovendo: il comune di Finale Ligure già dal 2014, ha dato il via ad un progetto per diventare il primo comune vegan-friendly d’Italia prevedendo una serie di iniziative per stimolare il confronto tra vegani e non, garantendo sempre ai primi un opzione veg nei ristoranti della città. Come diceva Malcom X « il futuro appartiene a coloro che si preparano per esso», iniziative come quella di Barcellona mostrano che un futuro migliore è possibile oggi.
Salvatore Corsaro
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