È scientificamente inattendibile secondo gli esperti lo studio di Cheshire, professore dell’Università di Bristol che sembrava aver finalmente codificato il misterioso manoscritto. La sfida alla codifica del libro più misterioso del mondo rimane aperta.
Immagine da Wikipedia
La scorsa settimana la notizia della codifica del manoscritto Voynich, il libro più misterioso al mondo, ha fatto il giro del globo. Ritenuta attendibile da molti giornali illustri, tra i quali alcune testate italiane, oggi la notizia si rivelerebbe una grande bufala. Secondo gli esperti infatti, lo studio contenente la presunta codifica di Gerard Cheshire, pubblicata su Romance Studies, è troppo approssimativo e privo di efficaci riscontri, dunque inattendibile.
L’enigmatico manoscritto risale alla prima metà del 1400 e fu custodito a Villa Mondragone (Frascati) dai gesuiti fino al 1912, quando il signor Voynich Wilfrid, mercante di libri preziosi, lo acquistò. Il libro è effettivamente un arcano. Il suo codice presenta un sistema di scrittura indecifrato e molte illustrazioni di piante officinali, donne, segni dello zodiaco e tratti fantasiosi ignoti. Molti studiosi, linguisti e semplici appassionati in tutti questi anni hanno provato a risolvere questo intricato rebus, ma nessuno ne ha ancora trovato la decodifica plausibile e corretta. Oggi il manoscritto di Voynich è custodito nella biblioteca Beinecke di Yale.
La codifica di Cheshire ha sollevato molti dubbi tra gli studiosi che l’hanno analizzata. Innanzitutto, Cheshire afferma che il codice del manoscritto coinciderebbe con una lingua protoromanza, ossia una lingua coeva al latino ma mai attestata in forma scritta perché non ufficiale. Inoltre, egli afferma che sono presenti nel manoscritto abbreviazioni in latino e parole composte da sole lettere minuscole alternate o talvolta sovrapposte da figure e prive di consonanti doppie.
Tali affermazioni hanno ricevuto molte obiezioni. Le più forti sono state mosse da Fagin Davis, studiosa esperta di Medioevo e direttrice della Medieval Accademy of America sul sito Ars Technica. La Davis ha spiegato che la teoria della lingua protoromanza va in contrasto totale con la paleolinguistica, che non ne ha mai registrato l’esistenza. Inoltre, il metodo di associazione del codice del manoscritto con parole o simboli presenti sui dizionari di lingue romanze del Medioevo usato da Cheshire sarebbe approssimativo, un’amalgama di parole e lingue che sembrano più interpretazioni, ambizioni, che mere traduzioni attendibili. Infine, stando alla Davis, queste interpretazioni sono prive di prove e il lavoro di Cheshire non è stato analizzato da altri studiosi in modo indipendente, dunque non è stato comprovato. Molti altri esperti hanno confermato le obiezioni della Davis sancendo l’inattendibilità e la bocciatura della codifica di Cheshire.
Perciò l’arcano rimane. Il contenuto del manoscritto di Voynich resta da svelare.
Gilda Angrisani
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