È stato nominato “Ambasciatore del sorriso” perché è ciò che compare sul volto dei bambini che lo incontrano. Da una sfortunata malattia è riuscito a portare fortuna a tanti, grazie alla sua energia. L’incredibile storia del siciliano Andrea Caschetto ha portato l’ONU a premiarlo. Il progetto nasce da una memoria guasta: la sua.
Nato da una ragazza madre di Modica, la vita del futuro “Ambasciatore del sorriso” inizia con la difficoltà di non conoscere il padre. Frequenta le scuole con buoni risultati fino ai 15 anni. Questa è l’età che ha segnato tutto il suo percorso. Colpito da un brutto cancro al cervello, Andrea viene sottoposto ad interventi e cure di vario genere. Incredibilmente riesce a guarire, ma la cicatrice che la malattia gli lascia è la disfunzione della memoria a breve termine. Viene soprannominato “memoria zero”, nomignolo da lui molto gradito. Con fatica (e l’aiuto di mappe concettuali), finisce il liceo e si laurea in Comunicazione, media e pubblicità a Milano. Andrea, già da adolescente, era impegnato nelle associazioni di solidarietà internazionale. Dopo la malattia aveva lasciato da parte queste attività benefiche, ma una scoperta lo ha portato a ricominciare.
«Tutto quello che colpisce i nostri sentimenti rimane per sempre nella memoria a lungo termine». Il ragazzo scopre che tramite le emozioni riesce ad intrappolare i ricordi nella sua memoria. Decide, quindi, di intraprendere un difficile ed improbabile viaggio. Con un budget limitato (4000 euro) si arma di zaino, giocattoli e matite per far sorridere i bambini del mondo. È così che parte alla volta dei continenti, raggiungendo con mezzi di fortuna Asia, Africa ed America Latina. Il suo scopo nei sette mesi in giro per il mondo è «dimostrare che le culture sono diverse ma i bambini sono tutti uguali». In ogni villaggio organizza giochi, attività pedagogiche, canti e balli per far divertire i più piccoli che non hanno molte possibilità. Il ringraziamento che riceve è proprio il loro sorriso. Le emozioni vissute gli permettono di ricordarsi aneddoti e luoghi.
«Per cambiare questo mondo un po’ disgraziato bisogna lavorare con i piccoli per insegnare loro l’ideologia della felicità e dello scambio di amore». L’ONU nota il lavoro del ragazzo e decide di premiarlo riconoscendogli il titolo di “Ambasciatore del sorriso” per il suo impegno sociale. Viene convocato a New York per la Giornata Mondiale della felicità e il suo discorso conquista la platea perché denota coraggio e determinazione. Un altro riconoscimento importante è l’uscita del libro Dove nasce l’arcobaleno, che racconta i suoi sette mesi di viaggio, sette come i colori dell’arcobaleno. Il ricavato sarà devoluto in beneficenza. Le sue idee, però, non si fermano qui: spera di ottenere sponsor e fondi per un ulteriore viaggio in sedia a rotelle. Vuole dimostrare che neanche la disabilità fisica può impedire la realizzazione dei propri sogni.
Sara Tonelli
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