Non è un porno edulcorato quello “femminile”, si tratta più semplicemente di film non più fallocentrici, con meno violenza, più “normalità”, senza simulazioni e più fantasia per la cura dei dettagli. La celebrazione del desiderio femminile visto da più punti di vista. Se i porno soliti, pensati esclusivamente per il pubblico maschile, si trovano spesso ad essere morbosi e con situazioni spesso paradossali, qui ci si trova in un ambito che più che alla visione degli attori e del loro corpo, dà importanza alla situazione sessuale piacevole, consensuale e libera. Mai visto un porno dove si usa il preservativo? Da quando esistono i porno “al femminile” questo è possibile.
Innanzitutto c’è il punto di vista della donna, sia più teorico che in effetti più concreto. Infatti, spesso si sposta decisamente il POV dall’uomo alla donna, girato essenzialmente come se si trattasse di vero e proprio “GoPro” ma trasportato sulla visione della partner sessuale femminile. In linea più teorica si tratta di film in cui non esistono scene di pianti, lacrime, inutili sbavature di trucco o simulazioni di scene che somigliano vagamente più ad uno stupro che ad altro. Meno violenza sicuramente ma anche più erotismo, anche spinto sicuramente, senza togliere particolari ma che coinvolge in maniera naturale esseri umani e non meri oggetti sessuali. Tocca precisare che non si pensi a immagini caste e pure, tutt’altro quindi.
Sfogliando il sito I feel myself ad esempio, si può assistere subito ad un cambiamento nello stile rispetto ai concorrenti più celebri come YouPorn. Su The Stranger.com il 10 aprile di quest’anno è apparsa una lettera, in inglese, in cui una ragazza chiedeva: «Come posso trovare un porno etico e destinato alle donne? Intendo qualcosa con un po’ di storia e profondità erotica, non solo casalinghe sexy, idrauliche e PIV». La questione potrebbe essere ancora lungamente dibattuta, ecco perché in molti sentono il bisogno di più siti dedicati ai cosiddetti porno femminili che altro non sono che situazioni dove il sesso è semplicemente vissuto come naturale e non come sporco e surreale. Quindi non del tutto dedicati solo ed esclusivamente alla donna ma a chi non trova eccitante un certo uso comune dell’immagine porno. La risposta a questa lettera pubblicata non si fa attendere e suona più o meno così: «Erika Lust è una delle più popolari. Ha storie e profondità erotiche senza colpi di genitali e con una cinematografia più interessante. In alternativa, puoi trovare molte piccole produzioni indipendenti da persone come Ovidie, Naughty, Madame, Jennifer Lyon Bell, Petra Joy, Lucie Blush, Shine Louise Houston e il sito web feministpornawards. Puoi vedere premiati film femministi e categorie come il queer e il romanticismo, ecc. a seconda dell’interesse. Segui le persone come Erika Lust su Twitter, presta attenzione a coloro che interagiscono, leggi le storie, guarda il porno e continuerai a scoprire sempre più porno di qualità buoni, etici e privi di sensi di colpa».
Buon divertimento a tutti quindi, maschi, femmine, gay, etero o qualsiasi orientamento in ogni caso sempre rivolto ad un sano rispetto del consenso e ad un nuovo modo di concepire che il porno e il sesso stesso debbano smettere di essere considerati come un qualcosa di sporco o da tenere nascosto. Anche le donne guardano i porno, anche loro si masturbano e come tale, anche le donne hanno diritto ad una visione che le appaghi di più.
Serena Borrelli
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