La mancanza di un partner porta molte persone alla pratica dell’autoerotismo, attività meglio conosciuta con il nome di masturbazione. Si è sempre constatato che tale piacere non può provocare danni, nonostante le leggende metropolitane parlino di eventuale cecità, fra le altre conseguenze. Tuttavia, molte persone soffrono per la dipendenza da masturbazione compulsiva: si può smettere o, per lo meno, diminuire il quantitativo giornaliero?
La masturbazione consiste nella pratica autoerotica di stimolare i propri genitali. Da sempre, si susseguono leggende secondo cui l’autoerotismo possa portare problemi quale, fra gli altri, la cecità. Del tutto smentiti questi miti, la masturbazione è ormai diventata una sorta di abitudine quotidiana nella vita di numerosissime persone. Molte la praticano giornalmente, anche più volte al giorno, e non si deve essere per forza single per volerla esercitare, poiché molti individui in coppia continuano a praticarla tranquillamente. Tuttavia, si è constatato che la dipendenza da masturbazione è un fattore assai più grave di quanto non si pensi.
Le metodologie più in voga mediante cui masturbarsi sono legate al consumo di materiale pornografico e all’utilizzo di sex toys. Si è appurato, inoltre, che coloro che esercitano una masturbazione quasi compulsiva sono le stesse persone che soffrono una sorta di disadattamento verso il resto del mondo, percependosi indesiderabili e, quindi, incapaci di trovare qualcuno con cui condividere determinati istinti naturali. Oltretutto, molti soggetti riescono non solo a non avere più amicizie a causa dell’immensa quantità di tempo dedicata alla ricerca di prodotti sul Web che possano soddisfarli, ma addirittura, nel caso di persone impegnate, a perdere il proprio o la propria partner.
La dipendenza da masturbazione è molto spesso un problema maschile: si è rilevato, mediante uno studio sugli impulsi del cervello agli stimoli sessuali, che le scene pornografiche attivano nell’uomo il bisogno di fare sesso nello stesso momento in cui esse vengono visualizzate. Molti fra coloro che esercitano l’autoerotismo finiscono, peraltro, per sentirsi in colpa nel medesimo istante in cui hanno raggiunto l’orgasmo, ripromettendosi di non farlo più. Per la difficoltà nel non riuscire a raggiungere l’orgasmo durante il coito naturale, anche moltissime donne preferiscono autostimolarsi, pur vergognandosi di rivelarlo. Quando si crede di stare perdendo il controllo, perciò, è meglio parlarne con uno specialista: non ci si deve imbarazzare nel caso di difficoltà simili, poiché mantenere il silenzio rischia di far perdere il controllo sulla problematica e di lasciare che peggiori, fino al momento in cui si finisce per vivere il sesso come un’oppressione. Smettere si può.
Anastasia Gambera
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