Da quando l’infezione da SARS ‐ CoV ‐ 2 è stata identificata per la prima volta nel dicembre 2019, la nuova polmonite indotta da coronavirus COVID ‐ 19 si diffuse rapidamente e scatenò una pandemia globale. Recenti evidenze bioinformatiche suggeriscono che l’enzima di conversione dell’angiotensina 2 – il principale bersaglio di ingresso cellulare della SARS ‐ CoV ‐ 2 – è prevalentemente arricchito nelle cellule di spermatogonia, Leydig e Sertoli, il che suggerisce la potenziale vulnerabilità del sistema riproduttivo maschile all’infezione SARS ‐ CoV ‐ 2.
Lo studio che riportiamo tendeva a identificare l’RNA SARS ‐ CoV ‐ 2 nel plasma seminale e determinare le caratteristiche del seme nei pazienti maschi nelle fasi acute e di recupero dell’infezione. Dal 26 febbraio al 2 aprile 2020, sono stati reclutati 23 pazienti maschi con COVID-19. Le caratteristiche cliniche, i risultati di laboratorio e le scansioni di tomografia computerizzata al torace di tutti i pazienti sono state registrate in dettaglio. Gli autori hanno anche studiato le caratteristiche del seme e la carica virale di RNA nel seme di questi pazienti nelle fasi acute e di recupero dell’infezione da SARS-CoV ‐ 2 usando metodi approvati.
La fascia di età dei 23 pazienti era di 20–62 anni. Tutti i pazienti sono risultati negativi per SARS ‐ CoV ‐ 2 RNA in campioni di sperma. Tra questi, il virus era stato eliminato in 11 pazienti, poiché erano risultati negativi. I restanti 12 pazienti sono risultati negativi per SARS ‐ CoV ‐ 2 RNA nei campioni di sperma, ma erano positivi nei campioni di espettorato e fecali. L’intervallo mediano dalla diagnosi alla fornitura dei campioni di sperma era di 32 giorni, quando la conta totale degli spermatozoi, la conta totale degli spermatozoi mobili e la morfologia degli spermatozoi dei pazienti erano entro intervalli normali.
In questa coorte di pazienti con un’infezione recente o in fase di guarigione da COVID-19, non è stato rilevato RNA SARS-CoV-2 nei campioni di liquido semonale, il che indica l’improbabile possibilità che il virus si trasmetta con i rapporti sessuali attraverso il liquido seminale a circa 1 mese dalla prima rilevazione.
Dr Andrea Militello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Andrea Militello è un medico chirurgo specialista in urologia e andrologia, nato a Ravenna il 19 settembre del 1965. Ama a tal punto il suo lavoro da occupare circa 12 ore di ogni sua giornata, ma è al contempo un fervido amante dello sport anche se ormai per necessità viene relegato a praticarlo in palestra alle sei di mattina. Detiene un incarico di libera docenza all’Università Federiciana e all’Università di Ostrava ,e fa parte del comitato tecnico scientifico della Yamamoto research con qualche titolo da poter elencare (anche se non sarà questo il caso).Eletto nel 2014 e 2018 miglior andrologo d’Italia. Appassionato di videogiochi, è stato uno dei primi acquirenti della PlayStation nel lontano 1984 e durante i fine settimana piovosi spolvera il joystick per riscoprire il giocatore incallito che si cela sotto al camice; se esce il sole, però, la famiglia reclama attenzioni. Ama leggere, specialmente i thriller, mentre al cinema preferisce i film d’azione.