Ci son cose, nella vita, davvero dure a morire che non lasciano facilmente il proprio posto a nessuno. Il primo amore, che volenti o nolenti, continuerà a occupare un posto privilegiato nel nostro cuore; un vecchio giocattolo, compagno inseparabile della nostra infanzia; e poi c’è lei, la nostra cara tecnologia, la quale si evolve ogni giorno che passa senza lasciare scampo ai devices precedenti. Dipende di che genere però.
Secondo Forbes, infatti, ci sono dispositivi che, con gli anni, si sono riconquistati il posto che meritano da sempre, poiché a comporli è una tecnologia difficilmente estinguibile. Quali sono? Gli orologi meccanici. Inizialmente sopraffatti dall’arrivo di quelli al quarzo, gli orologi meccanici – frutto di anni d’esperienza dei maestri elvetici – erano diventati un prodotto di nicchia a causa degli elementi con i quali erano costruiti (come il platino, considerato metallo prezioso durante il XX secolo).
A fare da apripista alla grande vendita degli orologi al quarzo fu il Giappone che con case costruttrici come Seiko e Casio, sbaragliò letteralmente il mercato svizzero. Tuttavia, sebbene fossero considerati dispositivi di lusso, apprezzati solo da una piccola branca di persone, gli orologi meccanici vennero rilanciati magistralmente negli anni ’90 attraverso una campagna di marketing che incentrò tutto su tre nozioni chiave: lusso, precisione e artigianato. L’astuzia fu quella di puntare prevalentemente su quest’ultimo, per il quale la gente è disposta a pagare anche grosse somme di denaro.
Le aziende che avevano reintrodotto sul mercato gli orologi meccanici erano innumerevoli ed essendo realizzati a mano (quindi artigianalmente) le persone cominciarono a darsi battaglia per accaparrarsi gli ultimi pezzi vintage rimasti in commercio. Proprio per questo le aziende compresero che premere l’acceleratore sulle nuove tecnologie non sarebbe stata la chiave per il successo. Difatti, si dice che il primo iPhone era stato programmato per morire a ogni aggiornamento scaricato, cosa che, invece, non avviene nei devices di vecchio stampo.
Coloro i quali acquistavano gli orologi meccanici, alla fine del 1900, vennero definiti perfino entusiasti: non più consumatori, quindi, ma individui che conoscono perfettamente la tecnologia e i brand a essa affibbiati. Per di più, gli orologi meccanici ebbero un grande boom proprio in Asia, dove la battaglia aveva avuto inizio con i cugini al quarzo. Ovviamente, sarà il tempo a dirci chi l’avrà vinta: se la tecnologia che tutto può e tutto fa o i suoi cari antenati. Ma se davvero “gallina vecchia fa buon brodo”, sappiamo già la risposta.
Anastasia Gambera
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