Sono passati undici anni da quando Tom Cruise interpretava il detective John Anderton nel film Minority Report e lasciava a bocca aperta milioni di spettatori utilizzando un futuristico software touch screen. Il film di Steven Spielberg era ambientato nel 2054, ma una tecnologia simile sta per materializzarsi con quarant’anni d’anticipo. Stiamo parlando dei Google Glass, occhiali a realtà aumentata, provvisti di dispositivi di visione, ascolto e manipolazione che aggiungono informazioni multimediali alla realtà che percepiamo.
Tutto è nato nell’aprile 2012 quando Google ha presentato al mondo questo progetto ambizioso e fantascientifico, con l’obiettivo di immetterlo sul mercato nel 2014 al prezzo di 1500 dollari. Eppure, come funzionano i Google Glass? Semplice: basta far scivolare il dito sul touchpad posto sull’asta per controllare il meteo, gestire i propri social network, inviare e ricevere SMS, effettuare videochiamate, controllare i propri impegni in agenda e tanto altro. Il fiore all’occhiello di questo dispositivo è la fotocamera integrata che si attiva semplicemente strizzando l’occhio destro. È possibile anche registrare video e caricarli direttamente su YouTube.
Prima del lancio ufficiale, però, vi sono dei difetti da risolvere. Al momento, per esempio, la batteria ha solo tre ore e mezzo di autonomia. Inoltre, la luce del sole rende difficoltoso leggere le immagini proiettate sulle lenti. Wi-Fi e Bluetooth, poi, non si possono disabilitare. Infine, gli occhiali non sono flessibili ed è scomodo riporli quando non vengono indossati. A tremare, però, è anche la privacy. Secondo lo sviluppatore Jay Freeman a un cracker esperto occorrerebbero meno di dieci minuti per violare i Google Glass e controllare a distanza l’utente: l’invasore potrebbe visualizzare tutto ciò che il proprietario vede attraverso le lenti e sentire tutto ciò che il microfono percepisce, oltre a entrare in contatto con i suoi dati.
Vi sono anche controindicazioni sanitarie: il collegamento con la rete non è indipendente, ma avviene attraverso il cellulare perennemente collegato in Bluetooth. Stare a contatto con le onde tutto il giorno, pertanto, non può che aumentare le probabilità di cancro al cervello. Non è dello stesso avviso Robert Scoble, famoso blogger americano con la passione per la tecnologia: «Non vivrò un giorno della mia vita senza i Google Glass – ha scritto Scoble sul suo blog – sono fantastici e non lo penso solo io, ma anche tutti quelli che li hanno provati. Il loro successo, tuttavia, dipenderà dal prezzo: se dovessero costare 500 dollari, molta più gente sarebbe intrigata dall’acquisto».
Andrea Motta
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