MESSINA – Durante i consueti servizi di controllo del territorio, disposti dal comandante Calogero Ferlisi, il personale del Corpo di Polizia municipale ha verificato più volte che alcuni veicoli, in apparenza biciclette a pedalata assistita, si sono, invece, rivelati veicoli a motore a tutti gli effetti. Anche nella giornata di lunedì 3, durante un controllo, un cittadino è stato trovato a circolare alla guida di un veicolo elettrico a due ruote, privo di targa, originariamente bicicletta a pedalata assistita che era stato modificato con l’aggiunta di un acceleratore e trasformato in un ciclomotore. Le biciclette a pedalata assistita devono essere munite di norma di telaio (struttura portante) di un normale velocipede; potenza non superiore a 0,25 Kw; motore elettrico funzionante a una tensione di 24 V o 36 V collegato ai pedali; centralina elettronica appositamente mappata che consente di ottimizzare la pedalata in ogni situazione di marcia (pianura, salita, discesa, ecc.); accumulatore di corrente ricaricabile che garantisce un’autonomia di circa 40÷80 km; una lieve pressione sul pedale invia il segnale elettrico al motore che “assiste” la pedalata (coadiuva il conducente); azionando i freni o interrompendo la pedalata il motore si arresta automaticamente.
Tutti quei veicoli che non risultassero avere anche una di queste caratteristiche tecniche sono da considerarsi ciclomotori e, pertanto, come tali devono essere immatricolati (muniti di targa) e coperti da assicurazione obbligatoria e il conducente ha l’obbligo di possedere la prescritta patente di guida e di indossare il casco protettivo. Le sanzioni da applicare ai velocipedi a pedalata assistita con caratteristiche costruttive/tecniche alterate saranno di 849 euro per la mancata copertura assicurativa (art. 193) e sequestro per confisca; 422 euro per la mancata immatricolazione (art. 93) e sequestro per confisca, mentre per il mancato uso del casco 81 euro e decurtazione di 5 punti. Vendere come biciclette a pedalata assistita veicoli che non rispondono alle specifiche prescrizioni, e che, quindi, sono da considerarsi ciclomotori, integra inoltre il reato di frode in commercio ( art. 515 C.P.).
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