Elon Musk, CEO di Tesla, lo scorso 10 ottobre ha presentato tre nuovi progetti, la cui messa in commercio sarebbe prevista per il 2026. “We,Robot” questo è il titolo della presentazione tenutasi a Los Angeles, che ha visto come protagonisti tre nuovi dispositivi della casa: Cybercab, Cybervan, e una versione aggiornata dei robot Optimus.
L’auto presentata, ancora non è definitiva. Potrebbe subire delle modifiche per adattarsi ai codici della strada dei paesi in cui sarà commercializzata.
Ciò che la rende speciale, oltre alle specifiche tecniche ed estetiche, è anche il prezzo. Elon Musk promette che la vettura avrà un costo di circa 30mila euro, che per un’auto elettrica così innovativa è un prezzo relativamente economico.
Il Cybercab è una berlina coupè a tre porte, la cui peculiarità è la totale assenza di pedali e volante. Il progetto di Elon Musk è proprio quello di reinventare il concetto di “guida” odierno, cercando di rendere le persone dei semplici “passeggeri” dell’auto stessa. All’interno, per quanto sia di dimensioni relativamente grandi, troviamo solamente due posti e un grande schermo.
Lo schermo è l’unica via di accesso che ci permette di comunicare con la vettura. Attraverso questo dispositivo è possibile effettuare numerose azioni, tra cui: impostare la destinazione, accendere e spegnere l’aria condizionata e addirittura effettuare delle videochiamate durante il tragitto. Lo spazio utile per l’aggiunta di altri due posti, è invece occupato da un grande e spazioso bagagliaio, che servirà ad ospitare gli oggetti più svariati dei passeggeri del “robotaxi“.
A livello estetico, la vettura potrebbe essere considerata l’emblema del minimalismo, poiché, se all’interno, come è stato già detto, sono presenti solo due sedili e un grande schermo, la parte esterna segue la linea di pensiero che tende a togliere, piuttosto che aggiungere. L’esterno stupisce per l’assenza di specchietti retrovisori, sostituiti da telecamere dotate di AI che riconoscono in tempo reale ostacoli di qualsiasi genere, dal più piccolo al più ingombrante.
Le portiere, per certi aspetti classiche, nascondono però qualcosa di rivoluzionario. La particolarità delle portiere è l’assenza di maniglie per l’accesso, non perché i progettisti siano stati vittima di una dimenticanza, ma perchè una delle idee con cui è nato questo progetto è anche la condivisione della vettura. Dunque, per accedervi sarà necessario possedere uno smartphone all’interno del quale collezionare la “chiave” che ti permetterà di entrare dentro l’auto. Una piccola chicca, voluta da Musk in prima persona, è l’apertura particolare di queste portiere detta ad “ali di farfalla“, dunque verso l’alto, e che consente un accesso facilitato ai passeggeri.
Altro elemento delle auto classiche che scompare dal Cybercab è il lunotto posteriore, che in un’auto a guida autonoma è pressoché inutile. Il vetro del lunotto rappresentava un’impaccio per l’efficienza dell’auto, visto anche il peso considerevole che aggiungeva ad essa, dunque in Tesla hanno deciso di sostituirlo con una lastra di lamiera, al cui interno hanno posto una videocamera per agevolare l’auto durante le manovre.
Oltre per un fattore estetico, tutti gli elementi precedentemente menzionati, sono stati eliminati per rendere l’auto ancora più efficiente da un punto di vista di dispendio energetico. Questo è anche dovuto al fatto che sarà la prima vettura elettrica con ricarica wireless, dunque si caricherà tramite delle piastre poste nella parte inferiore dell’auto, rendendo la ricarica con cavo obsoleta. Sebbene, sembri un’innovazione super futuristica, la ricarica wireless ancora non ha le capacità per sostituire definitivamente la ricarica con cavo, essendoci un dispendio energetico del 10/15% circa che rende, di conseguenza, l’autonomia dell’auto inferiore agli standard promessi.
Per ovviare a questo problema, i progettisti di Musk hanno provveduto a massimizzare l’aerodinamicità dell’auto. Un elemento che sicuramente rende l’auto più aerodinamica è la ruota. Per fare ciò, in Tesla hanno sostituito i classici cerchioni con dei cerchioni in plastica, senza fori e che coprono in parte anche la “spalla” della ruota. L’intento è quello di rendere minime le infiltrazioni di aria che potrebbero causare attrito, inficiando negativamente sulle prestazioni.
Perché la vettura proposta da Musk ha all’interno del suo nome “Cab“? La parola inglese Cab viene resa in italiano con Taxi.
L’idea di auto del visionario Elon va molto aldilà del concetto odierno. L’auto che lui propone deve essere in un certo senso condivisa con altre persone. Ad esempio, la persona che acquista il Cybercab, piuttosto che lasciarlo parcheggiato otto ore dopo essersi recato a lavoro, potrebbe utilizzarlo per avere un’entrata di denaro secondaria rendendolo disponibile a chi ne ha bisogno, per raggiungere un altro luogo della città. La guida autonoma consentirà poi al veicolo di tornare nuovamente nel luogo dove stazionava.
Sebbene sembri un qualcosa che si può vedere solo nei film di fantascienza, esistono già dei taxi a guida autonoma in giro per il mondo, soprattutto in Cina e in alcuni stati degli USA. La differenza con il Cybercab, però, è che questi taxi sono auto normali, adattate con sensori super precisi, per rendere la “corsa” il più sicura possibile.
Come è stato fatto in precedenza per il Cybertruck, sarà possibile osservare e provare il Cybercab nelle seguenti date:
Purtroppo, attualmente, il tour non prevede una tappa in Italia.
Fonte immagine in evidenza: quattroruote.it
Marco Nicosia
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