Secondo il rapporto del Centro studi UNA – Aziende della Comunicazione Unite –, il mercato del lavoro nel settore della comunicazione cresce, è giovane e vanta una grande presenza femminile
Negli ultimi anni, in Italia, si è assistito a un costante aumento delle professioni nel settore del marketing e della comunicazione. Con un mondo sempre più connesso e strumenti di lavoro fortemente influenzati dalla rivoluzione digitale, le aziende prevedono, nel loro business, ampi investimenti nella comunicazione. Il centro studi UNA – Aziende della Comunicazione Unite –, ha condotto una ricerca sulle società di comunicazione attive sul territorio italiano con l’obiettivo di raccogliere informazioni sull’evoluzione del settore. Le società analizzate, si occupano di consulenza creativo/strategica, prestazioni di realizzazione e produzione audio/video ed eventi, e di pianificazione media, pubbliche relazioni, listening e social. L’indagine ha visto la partecipazione di 116 società su circa 1500 contattate in tutta Italia.
Secondo il rapporto, realizzato da Davide Baldi, CEO & Founder DUDE, in collaborazione con Fondazione Rodolfo Debenedetti, il settore della comunicazione in Italia è caratterizzato da società molto giovani, con una grande presenza nel Nord Italia. Il 62% di queste sono nate dopo il 2000, il 28% dopo il 2010, mentre la maggior parte ha sede nel Nord Italia (l’84% del campione), in particolare a Milano. Il settore è caratterizzato per l’89% da Micro e Piccole imprese, con una scarsa presenza di grandi attori. Inoltre, le previsioni di crescita per il 2019 risultano essere positive, con un incremento dell’occupazione pari al 6%, e un aumento di fatturato del 5%. Secondo l’indagine, per di più, il settore della comunicazione è caratterizzato da realtà piuttosto eterogenee: il 32% del campione, si occupa di progettazione strategica, il 18% di produzione (riferita ad audio/video, grafica, eventi), l’11% delle società, di attività sui Social Media, mentre le funzioni di media planning e PR vengono realizzate, rispettivamente, dall’8% e 7% delle società analizzate.
L’indagine mostra la situazione occupazionale nel settore, evidenziando come il turnover annuale (tasso di ricambio del personale) sia caratterizzato da un saldo positivo del 5%. Infatti, la differenza tra il turnover annuale positivo del 12% (assunzioni), e il turnover annuale negativo (cessazioni), pari al -7%, genera un aumento dell’organico, appunto, del 5%. Andando più a fondo alla domanda su come si immagina varierà il proprio organico, il 31% delle società che hanno partecipato all’indagine ha previsto un “lieve aumento del personale”, mentre il 17% un “aumento significativo o forte”.
Il settore della comunicazione è caratterizzato dalla giovane età della sua forza lavoro. Nel 47% dei casi, gli occupati hanno un’età compresa tra i 15 e i 34 anni, a fronte del 16% di occupanti con un’età tra i 55 e 64 anni. Un dato molto rilevante, mostra come la composizione della forza lavoro nel settore veda un grande numero di donne, in media il 65% della quota. Questo dato rappresenta, sicuramente, una peculiarità del settore della comunicazione, capace di differenziarsi dal resto del mercato italiano, dove la quota di donne facente parte della forza lavoro è pari al 42%. Nonostante questo, solo il 36% dei dirigenti del settore è rappresentato da donne.
Il rapporto mostra come il 64% dei lavoratori è ingaggiato con un contratto a tempo indeterminato, mentre i contratti a termine e/o autonomi sono il 36%: 7% contratti a tempo determinato; 6% co.co.co; 9% apprendistato e stage; 14% lavoratori autonomi con partita IVA. Infine, il rapporto mostra come i più diffusi benefit aziendali concessi dalle aziende siano: telefono aziendale, 62%; computer aziendali, 60%; buoni pasto, 42%; auto aziendale, 29%; assicurazione sanitaria, 22%; servizi educational, 18%; palestra o sport, 10%; agevolazioni nascita figli, 10%.
Gianluca Merla
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