In un’era in cui i cellulari sono diventati parte integrante della nostra vita sociale – in particolar modo da quando i social network hanno preso il sopravvento – quelli cresciuti prima degli anni 2000 ricorderanno quando, almeno fino agli anni ’80, l’unico modo per poter telefonare quando ci si trovava fuori dalle mura domestiche era quello di fare uso delle cabine telefoniche. Esse hanno rappresentato una vera e propria icona dell’Italia del boom economico, in particolare quando la società che si occupava della telefonia in Italia si chiamava Sip ed erogava ogni anno l’elenco telefonico nelle case degli italiani con una indimenticabile copertina di colore blu notte.
Poi, la Telecom (così si chiama il principale gestore di telefonia in Italia dal 1994), a partire dal 2010 a dato vita alle iniziative per la loro dismissione nelle città italiane e così si è passati, in circa un anno, da 104mila a 97.376. Ma adesso, seppur con l’uso sempre maggiore dei telefoni cellulari, ci si chiede se le vecchie cabine, ancora presenti in tante città italiane, possano essere ancora utili o meno. Si comincia a pensare che in caso di emergenza possano rappresentare un luogo utile per contattare gli organi di soccorso, in particolar modo quando la batteria del proprio cellulare è scarica e non si ha modo di ricaricarla.
Andrea Tempestini, un 21enne originario di Gallarate, in provincia di Varese, per esempio, ha ideato un progetto interessante di mappatura di tutte le cabine telefoniche ancora presenti in Italia attraverso l’apertura di un sito internet. Il numero attuale è di 18.830, accertato dal 21enne attraverso una ricerca, e il suo progetto è andato avanti attraverso una buona campagna social su Facebook e su Instagram con i tag per la Tim. Due anni fa, invece, il Garante delle Comunicazioni e il suo staff pensarono a un piano per salvarle, con un riferimento in particolar modo ad aree in cui la copertura da parte degli operatori di telefonia mobile è scarsa. Lo scorso anno Agcom pensò a una loro riconversione installando al loro interno un servizio Wi Fi per dare seguito a un progetto partito nel 2012 con la prima costruzione di una postazione di questo tipo a Torino.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.