Esperti dattiloscopisti della Polizia Scientifica si riuniscono a Torino per il loro 1° Congresso Nazionale di Dattiloscopia, una due-giorni che per questa edizione si terrà a Palazzo Carignano, nelle luminose sale del Museo nazionale del Risorgimento della centralissima piazza Carlo Alberto.
Le impronte digitali sono il segno di riconoscimento per antonomasia. Il tratto umano che firma le nostre dita dalla nascita alla morte è oggi al centro di molteplici interessi: dal conservarlo in un chip del nostro passaporto, all’impiegarlo nella verifica dei permessi di soggiorno europei, all’utilizzarlo per svelare le presenze sulla scena di un crimine o sfruttarlo per restituire un’identità al cadavere che in obitorio ancora nessuno reclama.
Quella delle impronte digitali è un’applicazione divenuta quotidiana. Nei laboratori di Polizia Scientifica lettori ottici scansionano la cute in pochi secondi e gli algoritmi della banca dati AFIS (Automated Fingerprint Identification System) fanno il loro dovere processando migliaia di impronte ogni giorno. Un pool di pochi esaminatori qualificati sono concentrati ai monitor per verificare ogni responso proposto dal cervello elettronico come in un vorticoso botta e risposta. Certo. Nell’era del machine learning, resta ancora in capo al dattiloscopista – l’esaminatore in camice bianco – il compito di dare un giudizio: identità o solo una falsa somiglianza?
Ne parleranno Davide Balbi, dirigente della Polizia Scientifica del Piemonte e della Valle d’Aosta, Maria Giovanna Santimone e Francesco Greco del Servizio Polizia Scientifica di Roma, mentre di prova scientifica in ambito giuridico riferirà Pierpaolo Rivello. Dello spoglio di periodici e del rintraccio delle fonti di studio parlerà Anna Ursino. Modera Piero Bianucci, che al termine dell’incontro taglierà il nastro della singolare esposizione di “rari” relativi allo studio delle impronte digitali allestita tra lenti di ingrandimento e lampade a lume nel salone adiacente. Non a caso il convegno ricorda anche chi fu l’ideatore della classificazione delle impronte digitali in Italia, l’alessandrino Giovanni Gasti. Il sindaco Gianfranco Ferraris farà capolino da Castellazzo Bormida proprio per svelare ciò che si conserva della casa dell’illustre concittadino.
Questi temi, loro rilevanza e contesto, sono altresì nelle pagine del manuale “Impronte digitali e prova scientifica. La testimonianza nel processo penale” di Andrea Giuliano, Commissario del Laboratorio di dattiloscopia di Torino, volume presentato nel corso dell’incontro ed edito da Edizioni Minerva Medica (proventi d’autore destinati al Fondo di Assistenza per il Personale della Polizia di Stato).
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