Stray è un videogioco in cui vestiremo i ‘panni’ di un gatto in mondo fantascientifico. Si avrà a che fare con robot e zurk, forse le creature simili a topi e probabilmente robot anche loro, e con i misteri che nasconde la metropoli cyberpunk. Con una visuale improntata sull’esplorazione e sull’arte tutta da visitare e scoprire.
Da alcuni anni i videogiochi indie catturano i cuori di tanti videogiocatori. Hanno un costo economico, durano di meno rispetto ad alcuni AAA, ovvero i videogiochi delle grandi industrie, ma soprattutto risultano anche essere originali delle volte. Sono leggeri e difficilmente vengono attaccati da chi fa un confronto tra i soldi spesi, longevità e qualità del prodotto.
Stray è un videogioco indie cui la sua creazione ha avuto qualche investimento in più rispetto ai suoi simili, rientra nella schiera degli indie con un budget elevato. Il gioco, sviluppato dai Blue Twelve Studios, sarà pubblicato appunto da Annapurna Interactive, publisher indipendente con un fatturato di cinque milioni.
IMPERSONARE UN FELINO:
Stray, che tradotto dall’inglese vuol dire randagio, è un gioco indie dove avremo la possibilità di impersonare un gatto. Già immaginare di poter utilizzare il felino più comune nelle nostre case suscita un certo tipo di curiosità. Sarà perché i gatti sono agili, furbi, scaltri e hanno la possibilità di salire sui tetti, balconi, tubi e tant’altro.
Quindi possiamo tranquillamente dire che rispetto all’usare un cane c’è maggiore mobilità nel gioco proprio perché si tratta di un gatto. E sicuramente anche per questo che il videogioco segue la struttura dei platform. Invece, dal punto di vista grafico, si presenta con una qualità di pregevole fattura.
Il gattino con cui avremo a che fare si ritroverà a vagare in una metropoli cyberpunk popolata da robot. Non si sa ancora gli umani che fine avrebbero fatto, mentre invece sappiamo che il gatto ha perso la sua famiglia. Che sia felina o umana la famiglia nemmeno ci è dato saperlo.
I robot non saranno solo nemici, ma anche amici, soprattutto uno, B12, molto simile a BD-1, l’amico robot di Cal Kestis in Star Wars: Jedi the Fallen Order. B12 è un drone che seguirà il nostro felino con il compito di abbattere i nemici che lo infastidiscono ma fungerà anche da traduttore al gatto mentre interagisce con gli altri robot. Sulla schiena, infatti, il gatto presenta un computer consentendogli di comunicare con i suoi interlocutori.
Il gameplay si presenta in terza persona, quindi avremo la possibilità di guardare il gatto che stiamo usando, in un contesto open world. Il gioco fa leva anche sull’atmosfera che presenta la città e nei vari luoghi frequentati dai gatti.
Da come si mostra nei video, la storia verrà giocata per la maggior parte di notte, se non tutta di notte, quindi ci ritroveremo vicoli illuminati da neon o più semplicemente da lampioni. L’esplorazione sarà appunto l’elemento focale del gioco essendo ricco di enigmi ambientali, e potremmo spostare oggetti con le zampette del gatto.
COME NASCE STRAY
L’idea di sviluppare Stray dai Blue Twelve Studio è dovuto al ritrovamento di un gatto che hanno chiamato Murtaugh, un gatto arancione randagio che si aggirava per le strade di Montpellier. Il gatto in questione è stato preso come fonte d’ispirazione per la creazione del gioco, ma non solo lui. Infatti nei dintorni dello studio della software house si aggiravano altri due gatti: Oscar e Jun. I tre gatti, quindi, hanno contribuito a migliorare il motion capture del gattino principale di Stray.
Ciò ha portato i Blue Twelve Studio ad approvare la campagna fondi organizzata appunto per i gatti randagi. Infatti, sui canale dell’azienda francese è possibile accedere alla raccolta organizzata dall’ONG statunitense Nebraska Humane Society. Con una donazione di minimo cinque dollari dedicata al rifugio di animali si potrà ricevere in omaggio una delle quattro copie di Stray.
Il gioco uscirà il 19 luglio del 2022 in esclusiva Sony, quindi sarà disponibile per Playstation 4, Playstation 5, ma anche per PC.
Simmaco Munno
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Nato e cresciuto a Santa Maria Capua Vetere, provincia di Caserta, quando il grunge esplodeva a livello globale, cioè nel ’91, e cresciuto a pane e pallone, col passare del tempo ha iniziato a sviluppare interessi come la musica (sa mettere le mani almeno su tre strumenti) la letteratura e la linguistica. Con un nome provinciale e assonante con la parola sindaco, sogna di poter diventare primo cittadino del suo paese per farsi chiamare “Il sindaco Simmaco”.