È una giornata di marzo come tante altre. Un gruppetto di operai esce alla spicciolata al termine di un lungo e faticoso turno di lavoro da un grosso capannone industriale ubicato al n° 25 della Rue Saint-Victor a Monplaisir. Ci troviamo alla periferia di Lione, in Francia, e a riprendere questa scena di vita quotidiana, ci sono due “visionari”, i fratelli Auguste (1862-1954) e Louis-Jean Lumiere (1864-1948), imprenditori e autori di alcuni studi pionieristici sulla fotografia in movimento. È un’epoca di grande fermento artistico e culturale, in cui la dottrina positivista abbraccia il progresso scientifico, e questa breve sequenza filmata rappresenta il punto di partenza della storia del cinema.
L’uscita dalle officine Lumiere (titolo originale: La Sortie de l’usine Lumière à Lyon), fu la prima di dieci pellicole proiettate in pubblico all’interno di uno scantinato del Grand Cafe sul Boulevard des Capucines a Parigi. Tuttavia i Lumiere, dopo aver girato altre pellicole (emblematico è L’arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat) e proiettato i loro film a Londra e New York, decisero di concludere anzitempo la loro avventura nel mondo della cinematografia, forse ritenendo incautamente che il cinema in quanto forma d’intrattenimento avrebbe avuto vita breve.
Gabriele Mirabella
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