Parte dallo chef catanese Andrea Finocchiaro, fondatore dell’Associazione Ristoworld Italy, e dal
progettista multimediale e consulente marketing Fabio La Rosa l’idea innovativa di limitare la
diffusione del coronavirus all’interno dei locali utilizzando un connubio di dispositivi disponibili già in
commercio e con prezzi accessibili, evitando i pannelli in plexiglass.
L’insieme di questi dispositivi, secondo le intenzioni dei progettisti, permetterebbe di mantenere un
ambiente interno maggiormente sterile, facilitando così il ritorno della clientela e permettendo quindi
di risollevare e fare ripartire l’economia ristorativa italiana, in questo momento fortemente
penalizzata dalla crisi.
Proprio dall’esperienza dello chef e dalla sua profonda conoscenza nel campo dell’enogastronomia
italiana, l’idea è stata applicata (di base) ai locali della ristorazione, ma ciò non toglie che lo stesso
sistema possa essere rimodulato anche ad altre realtà, come ad esempio scuole, negozi e altri.
Finocchiaro ha, infatti, realizzato insieme a La Rosa un breve video esplicativo, nel quale si vede come
questo sistema di disinfezione degli ambienti interni e dei tavoli dovrebbe consentire al cliente di
frequentare nuovamente il locale in sicurezza, pur mantenendo le distanze dai vicini e rispettando le
regole di non assembramento previste dalle normative Oms per la riapertura.
Secondo il parere dello chef, infatti, un’azienda «non può vivere solo d’asporto o fare affidamento sui
pochi clienti temerari che decidono di andare al ristorante». Ecco il perché di questo progetto.
Come lo stesso Finocchiaro e La Rosa confermano, si tratta solo di una idea personale che è stata
elaborata graficamente, ma che non ha a supporto nessun fondamento o dimostrazione scientifica.
Importante sottolineare che tale progetto non ha finalità di lucro, ma è solo una dimostrazione di
supporto alla categoria dei ristoratori, particolarmente penalizzati dalla situazione sociale.
«Un progetto interessante che muove da alcune considerazioni importanti di chi questo mestiere lo
conosce bene – commenta Marcello Proietto di Silvestro, presidente di Ristoworld – e la nostra
associazione, oltre alle tante altre iniziative messe in cantiere in tutta Italia in questo periodo di
quarantena, ha deciso di contribuire concretamente alla ripresa delle attività. Ringrazio lo chef
Finocchiaro e quanti hanno lavorato gratuitamente e con grande spirito di solidarietà al progetto».
Questo quindi, potrebbe rappresentare una soluzione anche per le sale ricevimento e feste, che brancolano ancora nel buio. Questa la denuncia di Valerio Catania: «In questo periodo mi sono confrontato anche con altri proprietari di location similari alla mia e tutti noi stiamo riscontrando la stessa problematica. Premesso che siamo chiusi dal 7 marzo e abbiamo diversi eventi rimandati o confermati dai clienti a cui dobbiamo dare delle risposte. Si parla di bar, ristoranti e di discoteche, ma cosa dobbiamo fare noi che ci occupiamo di ricevimenti privati?»
Una risposta che, evidentemente, ancora non c’è: «Non esistono delle regole e delle previsioni, non sappiamo se ci possiamo attenere alle disposizioni stabilite per là ristorazione o se le stesse non sono adatte alla nostra categoria e se in caso contrario saremmo sanzionati. Vorremmo delle risposte perché io, come sicuramente i miei competitor, ho studiato proposte alternative per i miei clienti, modi differenti di gestire i catering e l’animazione, ma dobbiamo essere certi che possiamo reinventare anche noi il nostro lavoro ai tempi del Covid. Non esiste un protocollo e non veniamo citati da nessuna parte, ma intanto abbiamo partite iva, affitti e mutui, bollette e soprattutto famiglia. Sarebbe bello – conclude – poter sapere quale e quando sarà il nostro futuro lavorativo».
Foto di Nenad Maric da Pixabay
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