Estrarre il disco dalla cover e metterlo sul piatto del giradischi per poi vederlo girare per ore e nel frattempo perdersi in ogni melodia, lasciandosi trascinare da emozioni contrastanti, come lo stupore nella scoperta di una traccia nuova o il brivido nel riascoltare il tuo pezzo preferito, quello che senti più tuo. Il disco in vinile rappresenta questo e molto altro, è la storia della musica e di ogni individuo, che almeno una volta nella vita si è lasciato rapire da un suono capace di lascargli qualcosa. Il vinile è senza tempo, è un disco senza fine.
Breve storia del vinile: nasce nel 1948 negli Usa per opera della Columbia Records, rimpiazzando così i vecchi dischi a 78 giri in gommalacca. Fino agli anni 70 i dischi in vinile si erano imposti sul mercato mondiale, diventando un vero e proprio must per le generazioni amanti della musica. A questo proposito, il vinile con le quotazioni maggiori sul mercato attuale è proprio la copia n. 0000001 del The White Album dei Beatles, del 1968, quotata circa 822.000 euro. Altri vinili molto ambiti dai collezionisti sono, ad esempio, Bohemian Rhapsody/ I’m in love with my car dei Queen, e God save the Queen dei Sex Pistols. Agli inizi degli anni 70, però, i vinili furono gradualmente sostituiti prima dalle musicassette, e poi a fine degli anni 80 dai Compact Disc.
Ma il progresso non si è fermato, perché a metà degli anni 2000, con Internet e l’utilizzo delle App, il mondo della musica ha conosciuto un nuovo mercato, ovvero quello digitale, dove piattaforme come YouTube, Spotify e Sound Cloud hanno rivoluzionato il modo di ascoltare la musica, con innumerevoli vantaggi in termini di risparmio di tempo e denaro, ma con il grande svantaggio di avere perso la qualità di suono, che solamente un vinile poteva dare.
Ciò nonostante, la musica in vinile è ancora oggi molto ascoltata, e per molti “puristi” del settore resta l’unico e solo mezzo per perdersi tra un riff energico di chitarra e una melodia malinconica. Abbiamo ascoltato il parere di un esperto: Massimiliano Menza, la voce dello storico negozio musicale catanese “Riva”, il quale ci ha confermato che “la vendita dei dischi in vinile ha superato lo streaming a livello mondiale e di conseguenza il trend è assolutamente positivo”.
Massimiliano continua dicendo che “i giovani comprano molto, ma sono gli adulti i maggiori clienti , in quanto lavorando dispongono di più risorse economiche da investire”. Infine, conclude lanciando un appello a tutti gli appassionati di musica e non, li invita a comprare nei negozi favorendo i commercianti locali, e non i grandi colossi on line, riscoprendo cosi la bellezza dell’attesa per qualcosa che si desidera o l’improvviso senso di soddisfazione nell’entrare in un negozio e trovare quello che si cerca.
Per finire, chiunque non l’abbia mai fatto prima è invitato a scoprire l’emozione pura che si prova nell’ascoltare della musica in vinile, un abitudine mai passata di moda che ha accompagnato e accompagna generazioni, dando un autentico e diretto impatto emotivo a ogni brano ascoltato.
Marco Vasta
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