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Fabri Fibra e il grande ritorno sulla scena con il suo “Caos”
22 Marzo 2022
EntertainmentPentagrammaAttualità

Fabri Fibra e il grande ritorno sulla scena con il suo “Caos”

Home » Entertainment » Fabri Fibra e il grande ritorno sulla scena con il suo “Caos”

Sembra sia passata un’eternità dal suo ultimo album (sono trascorsi ben 5 anni dall’uscita di “Fenomeno“), ma possiamo tranquillamente affermare che Fabri Fibra è ufficialmente tornato. Lo ha fatto a modo suo, come ha sempre voluto fare: se per l’uscita del suo ultimo album gestì l’hype delle circostanze cavalcando l’onda delle notizie e delle indiscrezioni, con questo nuovo disco cambia totalmente registro. Stiamo parlando di “Caos“, l’album che fa arrivare Fibra in doppia cifra (il rapper 45enne è arrivato al suo decimo album).

Caos, il mio nuovo album, fuori il 18.03.2022 pic.twitter.com/pHu6KUlja5

— Fabri Fibra (@FabriFibra) March 1, 2022

Questo nuovo album arriva così, come un fulmine a ciel sereno ed è chiaro come sia una cosa studiata e voluta fortemente dall’artista: tra i temi estremamente intimi ed espliciti del nuovo disco, troviamo il concetto di non omologarsi alla massa, continuare a seguire le proprie idee e sapersi rinnovare. Fibra non ha certamente bisogno di pubblicità, quindi pare sia chiaro il suo messaggio: lavorare duro ad un progetto, evitare la disinformazione isolandosi da ciò che lo circondava, per generare ancora oggi, un effetto sorpresa che ha funzionato dannatamente bene.

Che piaccia o meno, non si può non dire che il rapper senigalliese abbia segnato un’epoca intera del rap, ed è tra gli artisti più longevi ancora in circolazione. L’età in “Caos” non sembra affatto incidere sulla qualità, la fluidità dell’album, anzi. Traspare un progetto sincero, personale e maturo che, come nella migliore tradizione di Fibra, non segue le mode del momento. Dieci dischi dopo non le manda a dire a nessuno ma questa non è una casualità.

Nonostante il titolo del nuovo album, Fibra non ha per niente creato caos all’interno del progetto: “Caos” si presenta come la descrizione di un percorso tortuoso dove la parola cardine rimane solo una: la musica. Come detto dall’artista in prima persona su un post di Instagram: “Ho impiegato tre anni per scrivere questo album, per selezionare le giuste strumentali“, questo per ribadire quanto Fibra sia maniacale nella gestione dei propri lavori e nella ricerca musicale che, da quando si ritrova a gestire tutto il lavoro da sé senza alcun direttore tecnico, è gestita unicamente dall’artista stesso.

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L’album si apre con “Intro“, uno splendido viaggio tra i percorsi di Fibra, la sua carriera in toto: dai primi lavori del 1999 fino ad arrivare a “Fenomeno“, passando per la prima firma con una major o per il meritato successo di “Mr. Simpatia“. Al centro di questo storytelling rimane sempre la forza che la musica gli ha dato per affrontare le cose, intervallato perfettamente dal sample di Gino Paoli che ruba l’attenzione e sposa l’idea del rapper senza mai stonare. Insomma, stiamo parlando di una splendida dichiarazione d’amore alla musica, merito del grande potere che possiede.

Trova spazio, per esempio, l’aggressività vecchio stile di “Brutto Figlio Di“, dove il rapper si accanisce contro chi lo dava per superato, un artista in lento decadimento: possiamo dire che li ha tranquillamente messi a tacere, per stare al gioco delle parti. Proprio questo pezzo strizza l’occhiolino ad un brano di “Bugiardo” del 2007: si tratta di “Questo è il nuovo singolo“. Entrambi seguono una stessa formula, quasi ipnotica e chiude tutte le rime in maniera impeccabile, rimarcando molto un vecchio approccio, rendendolo molto attuale.

Questo nuovo lavoro è una costante conferma dell’estrema versatilità di Fibra, forse volutamente messa in evidenza da tre tracce in particolare: si susseguono “Sulla Giostra” con il grande amico Neffa, passando per “Stelle” con Maurizio Carucci degli Ex-Otago per poi arrivare all’ipnotica “Propaganda” con Colapesce e Di Martino, dove il rapper attacca con forza i politici e i loro metodi per ottenere consensi. Pezzi che solo un artista come lui poteva far sposare a pennello con un progetto talmente variegato come “Caos“, con Propaganda già presente in molte radio nazionali e locali.

Si distingue immediatamente il pezzo che è la title track del disco “Caos“: Fibra è riuscito a far coesistere due artisti come Lazza e Madame, inserendoli perfettamente all’interno di questo brano. Il primo interpreta al meglio il ritornello nel suo stile oramai divenuto unico, la seconda dimostra ancora una volta come l’età non sia sinonimo di inesperienza, bensì di sregolatezza che sposa al meglio la strofa di Fibra. Il risultato è un brano che entra prepotentemente in testa e che facilmente diventerà una hit.

Impossibile non citare “Demo nello Stereo“: un brano che racconta quanto Fibra ci tenga sempre a far un lavoro che lo renda soddisfatto, anche se questo possa voler dire impiegarci 5 anni. Ciò che lo rende unico è proprio questo: non ricercare disperatamente il risultato, ma fare in modo che sia il brano stesso a cercare lui. In questo brano dice: “metà Milano rappa come Gue, l’altra come Marracash, al pubblico va bene lo stesso“. Questa frase è il manifesto dell’intento di Fibra: far capire agli emergenti che sarebbe necessario ricercare nuove idee, nuovi sound e non ispirarsi esclusivamente a pilastri del genere. 

Altro pezzo che dice molto del rapper senigalliese è “Amici o nemici“: un brano dai toni totalmente diversi (ci si rende conto del cambio di tonalità della voce e dell’intonazione) che sta all’interno del disco per una chiara ragione, a mio parere. Nonostante siano passati gli anni e abbia ormai 45 anni, Fibra continua ad essere, musicalmente perlomeno, lo stesso: gli anni passano ma chi vuole rimanere trova sempre il modo di farlo chi non vuole, vuol dire che in fondo aveva altri interessi. Citando una parte del pre-ritornello: “finché era al top tutto bene ora sono senza cash, che succеde?”, Fibra fa capire di non aver mai smesso di non fidarsi di chi lo circonda.

Degne di menzione sono sicuramente brani come “El Diablo” o “Fumo erba“, dei pezzi in pieno vecchio stile puramente anni 90′. Non dimentichiamo la collaborazione stellare con Guè Pequeno e Salmo in “Cocaine” dove entrambi, seppur in poco spazio (cosa voluta in prima persona da Fibra per rimarcare i toni e i tempi del beat), riescono perfettamente a dire la loro.

Passando anche per la collaborazione riuscita con Francesca Michelin in “Liberi” (brano interamente portato dalla cantante vicentina e arrangiato e riadattato da Fibra in persona), non possiamo non parlare di uno dei brani cardine di “Caos“: stiamo parlando di “Noia“. Il giro di pianoforte campionato da un pezzo del grande Miles Davis, artista jazz senza tempo, passando per una base non facilmente identificabile e volutamente di difficile ascolto, Fibra mette a nudo un lungo periodo della sua vita. Il brano è con Marracash, grande amico di Fibra, il quale ha confessato di aver scritto la sua strofa 3 anni fa: è incredibile come questo non abbia inciso minimamente con il passare del tempo e quelle parole rimangano perfettamente incastrate nell’ideale del pezzo.

L’album si chiude con “Outro“, la perfetta conclusione di un viaggio nell’introspettiva di un Fabri Fibra, che ancora una volta, ha voluto raccontare ancora di più cosa passa nella sua testa, cosa è successo mentre scriveva. Un elemento fondamentale di “Caos” è l’aver maturato esperienze, periodi da cui è stato possibile trarne beneficio in chiave musicale. Questo brano, pieno di concetto estremamente intimi e sinceri, mette il punto ad un disco di grande impatto, forse non pienamente comprensibile al primo ascolto, ma che innegabilmente si inserisce al meglio nella discografia di un’artista senza tempo, sempre sulla cresta dell’onda e punto di riferimento per tutta la scena del vero rap italiano, quello vero.

Alex Privitera

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About Alex Privitera

Nasce a Catania in quel soleggiato Aprile del 1996. Racconti familiari lo ritraggono sin da piccolo con un pallone tra i piedi. Crescere non ha fatto altro che rafforzare quell’amore verso il gioco del calcio e qualsiasi altro sport, con o senza un pallone. Laureato in Scienze e Tecnologie Alimentari, si dice che tra le sue altre passioni non possano mancare musica, cinema e tecnologia. Particolarmente testardo e deciso, crede sia molto importante saper condividere i propri pensieri. Proprio per questo, da tempo affascinato dal giornalismo sportivo, decide di intraprendere questa avventura con Voci di Città. Un capitolo tutto da scrivere, una nuova sfida da affrontare un passo per volta.

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