La 95esima edizione della Notte degli Oscar si è conclusa. Come da pronostici, “Everything Everywhere All at Once” ha trionfato agli Academy Awards portando a casa sette statuette d’oro. La medaglia d’argento spetta a “Niente di nuovo sul fronte occidentale”, vincitore di quattro premi Oscar. Una cerimonia svoltasi come da programma tra vittorie quasi ovvie e concorrenti inspiegabilmente rimasti a mani vuote nonostante le numerore nomination.
Dopo le 11 nomination ricevute, “Everything Everywhere All at Once” si è aggiudicato ben 7 premi Oscar. La pellicola è stata premiata per: miglior film, miglior regia (Daniel Kwan e Daniel Scheinert), miglior attrice (Michelle Yeoh), miglior attrice non protagonista (Jamie Lee Curtis), miglior attore non protagonista (Ke Huy Quan), miglior sceneggiatura e miglior montaggio.
Michelle Yeoh vince la statuetta d’oro come miglior attrice per il ruolo di Evelyn Quan Wang in “Everything Everywhere All at Once“. Una volta sul palco del Dolby Theatre, l’attrice si è rivolta ai ragazzini asiatici invitandoli a sognare in grande. Il mondo dello spettacolo sta cambiando, diventando più inclusivo, e la vittoria della Yeoh ne è la prova.
«Per tutti i bambini e le bambine che mi somigliano e che stanno guardando stasera, questo è un segnale di speranza e possibilità. Questa è la prova che i sogni, anche quelli grandi, si avverano. E signore, non lasciate che nessuno vi dica che avete superato il vostro apice. Non arrendetevi mai»
Il discorso di accettazione di Ke Huy Quan è stato ancor più commovente. L’attore americano di origine vietnamita non è riuscito a trattenere le lacrime quando ha accettato il premio, commosso e grato per questa vittoria da sogno, «Mamma, ho appena vinto un Oscar».
«Il mio viaggio ha avuto inizio su una barca. Dopo aver trascorso un anno in un campo profughi, mai avrei immaginato di arrivare qui, sul palcoscenico più grande di Hollywood. Bisogna credere nei propri sogni. Io avevo quasi rinunciato al mio, ma ora guardo il mio passato con gratitudine e guardo al futuro con speranza. A tutti voi là fuori, per favore, tenete vivi i vostri sogni».
Dopo “Everything Everywhere All at Once“, il secondo film più premiato dall’ Academy quest’anno è “Niente di nuovo sul fronte occidentale“. Il war movie di Netflix, diretto da Edward Berger, ha vinto gli Oscar per: miglior film internazionale, miglior colonna sonora, migliori scenografie e miglior fotografia.
Il film già si preannunciava essere tra i favoriti di quest’anno, avendo ricevuto ben nove nominations. A parità di candidature vi era anche “Gli spiriti dell’Isola” di Martin McDonagh che, a sorpresa di tutti, non non si è portato a casa neanche una statuetta.
“The Whale“, diretto da Aronofsky, è l’unica altra pellicola ad essersi aggiudicata più di un premio Oscar. Benché le opinioni sul film siano alquanto contrastanti tra chi l’ha amato e chi odiato, non si discute sull’incredibile performance di Brendan Fraser, che è stato premiato come miglior attore.
La Academy ha premiato “The Whale” anche per miglior trucco, preferendolo ad “Elvis” che come candidato aveva l’italiano Aldo Signoretti. Il biopic su Elvis Presley è un altro sfortunato di questa edizione, non avendo vinto nessun Oscar nonostante le otto candidature.
La 95esima edizione degli Academy Awards, salvo le pellicole sopracitate, ha visto i premi Oscar distribuiti tra più film.
Jimmy Kimmel (per la terza volta conduttore della Notte degli Oscar) ha fatto riferimento in maniera ironica all’assenza di Tom Cruise e James Cameron al Dolby Theater, «Quelli che hanno riportato la gente in sala non sono in sala».
“Top Gun: Maverick” e “Avatar 2 – La Via dell’Acqua” sono infatti senza ombra di dubbio i campioni per numero di incassi tra i candidati agli Oscar 2023. I due film hanno ricevuto una statuetta a testa, il primo come miglior sonoro e il secondo, ovviamente, per migliori effetti speciali. Solo singoli premi tecnici, dunque, ai blockbuster candidati.
Sarah Polley, grazie a “Women Talking“, si aggiudica il premio Oscar per miglior sceneggiatura non originale. È sicuramente una grande soddisfazione per la regista canadese, non soltanto perché è riuscita a vincere una statuetta nonostante sia stata esclusa dalla categoria per miglior regia, ma anche perché il punto forte di questa pellicola sta proprio nei dialoghi, nelle sue donne che parlano.
Nel 2018, il diciottesimo film del Marvel Cinematic Universe, “Black Panther“, vinse ben tre premi Oscar su sette candidature e divenne il primo cine-comic candidato agli Oscar come miglior film. Il secondo capitolo non è stato altrettanto premiato. “Black Panther: Wakanda Forever“, nonostante le sette nomination a sua volta ricevute, ha ottenuto solo la statuetta per migliori costumi.
Angela Bassett, candidata come migliore attrice non protagonista per il ruolo della Regina Ramonda, si è vista la vittoria “rubata” da Jamie Lee Curtis per “Everything Everywhere All at Once“. La delusione sul suo volto era evidente.
Il film MCU perde anche nella categoria per miglior effetti speciali, dove ha vinto il blockbuster di James Cameron, “Avatar 2 – la Via dell’Acqua“.
“Pinocchio” di Guillermo Del Toro si è aggiudicato la statuetta come miglior film d’animazione, superando “Red“, della Disney, e “Il Gatto con gli Stivali 2 – l’ultimo desiderio” della Dreamworks.
“Navalny“, il documentario diretto da Daniel Roher dedicato al dissidente russo Alexei Navalny, in questa 95esima edizione della Notte degli Oscar è stato premiato miglior documentario.
Entrambe sono state due vittorie assolutamente inaspettate quanto meritate.
La 95esima edizione dei premi Oscar si è svolta come da programma. Una cerimonia abbellita da spettacolari scenografie, in gran parte digitali, simpatici host e le performances di alto livello di Lady Gaga, con “Hold my Hand“, e Rihanna, esibitasi con “Lift me up“. Fortunatamente, l’unità di crisi istituita dall’ Academy non si è resa necessaria.
Insomma, nulla a che vedere con la 94esima edizione che Jimmy Kimmel ha ricordato con una battuta ironica allo schiaffo di Will Smith, «Chiunque commetta un atto di violenza sappia che risponderemo consegnando l’Oscar come migliore attore».
Ludovica Augugliaro
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E’ nata il 20/02/2002, e già dalla sua data di nascita palindroma la piccola ma egocentrica Ludovica si è sempre sentita “diversa”, come i protagonisti di ogni saga fantasy in cui si è sempre rifugiata. A 18anni ha finalmente rinunciato alla speranza che un mezzogigante barbuto le consegnasse una lettera d’ammissione per la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, perciò ha deciso di immatricolarsi in Scienze e Lingue per la Comunicazione all’UniCT. E’ una grandissima nerd e una colta cinefila, il che è un modo carino per dire che non ha amici. Sogna di diventare una scrittrice, perché, si sa, sono sempre le persone timide e silenziose ad avere tante cose da dire.